Il Nostro Film, la storia d'amore tra Ashely e Jackson...vista dal mio strano pov...

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Katy-Cullen
icon12  view post Posted on 9/11/2009, 13:31




Eccomi qui ^_^ ...e da un po che scrivo questa storia e adesso finalmente mi decido a postarla anche qui...spero vi piaccia, premetto che con questa storia non voglio diffamare o insinuare nulla sui protagonisti, voglio solo divertirmi un po con voi a fantasticare su una loro possibile storia d'amore...^^, i fatti narrati sono frutto della mia fantasia basandomi su eventi accaduti, come servizi fotografici e altro... alcune cose invece sono semplicemente frutto del mio delirio, vi avverto soltanto che più in la ci sarà magari una scena con un bacio o altro, quindi se siete minorenni oppure non amate queste letture non leggete...cmq io vi avvertirò quando saranno presenti descrizioni che potrebbero turbare la vostra morale o altro, anche se sinceramente non credo di sia niente di immorale in un bacio...cmq precisato questo, adesso vi lascio il prologo se vi piacerà entro stasera vi posterò il primo capitolo...^^ baci....
p.s. faccio un ringraziamento alla mia beta Sara che mi segue nei miei deliri....


Prologo


Essere sposata all'uomo dei tuoi sogni ancora prima di essere la sua donna. Sì, ma
soltanto per finzione cinematografica … nella realtà eravamo semplici amici, anche
se dentro di me sentivo di provare qualcosa di più di una semplice amicizia... e poi,
improvvisamente, tutto cambia e la realtà si trasforma in un film.

La conoscevo da sempre, prima ancora di incontrarla sapevo già come sarebbe
stata, aveva popolato i miei sogni e le mie fantasie,era la donna della mia vita.
Improvvisamente mi ero accorto che era sempre stata sotto i miei occhi, e che
quella tra di noi non era soltanto amicizia, ma qualcosa di più profondo. E poi la
vita prende un’altra piega, diventa tutto più bello, quasi a confondere realtà e
finzione, e se questo fosse un film sarebbe:
“Il nostro film"



^_^ son curiosa di sapere che ne pensate ^^
 
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Katy-Cullen
view post Posted on 9/11/2009, 17:14




eccomi qui come promesso a postare il primo cap...spero vi piaccia...^^ il primo sarà un Ashley pov, ma non preoccupatevi arriveranno anche i Jay pov...state tranquille....

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Capitolo 1Ashley

Una semplice tazza di Caffè.


Ricordo perfettamente quel giorno e anche tutto quello che successe dopo. Come potrei dimenticarlo, visto che dopo quel fatidico giorno la mia vita è completamente cambiata.
Era il 13 settembre del 2008, il giorno in cui facemmo quelle foto per Vanity Fair; era un po’ triste come situazione, era l’ultimo servizio fotografico e poi l’intero cast si sarebbe separato per chissà quanto tempo, non sapevamo nemmeno se ci sarebbe stato un seguito per Twilight. Ma come avremmo potuto dimenticarlo quel servizio fotografico? causò un bel po’ di problemi a tutti, soprattutto quando fu messo in giro il video del backstage.
Quando uscì quel video, Kris litigò furiosamente con Michael, proprio non gli andava giù che ci fosse quell’intesa tra lei e Robert, Peter fu sgridato dalla sua dolce mogliettina Jenny, colpevole di aver abbracciato me e Nikki troppo spesso. Ed io... beh, dopo l’uscita di quel video dovetti fare i conti con Chace. Anche se non stavamo più insieme da mesi, pausa di riflessione, così l’avevamo chiamata, quando vide il video mi chiamò incazzato come un toro... dico così perché riuscivo a vedere il fumo uscire dal cellulare ed ero sicura che stesse uscendo dalle sue narici.
Comunque, nonostante tutti i casini successi quello rimane uno dei giorni più belli che abbia mai vissuto. Il set fotografico si trovava fuori L.A., a quasi 1 ora di macchina, su un favoloso prato incontaminato, almeno fino al nostro arrivo. Per evitare il viaggio in macchina da sola accettai l’invito di Nikki e Kris e andai con loro.
Da quando erano iniziate le riprese di Twilight eravamo diventate sempre più amiche e il viaggio con la loro compagnia sarebbe sicuramente volato; devo ammettere che quando avevamo iniziato le riprese non avevo idea che saremmo potute diventare grandi amiche, ma così fu. Quando accettai la parte di Alice Cullen lo feci soltanto perché sapevo che con me ci sarebbero stati Kellan e Jackson, loro li conoscevo da una vita e questo mi confortava un bel po’, ma con il passare del tempo il feeling che si creò con l’intero cast ci faceva sembrare davvero una grande famiglia.
La giornata si rivelò davvero stressante, Nikki passò a prendere me e Kris verso le 9 del mattino e quando arrivammo trovammo tutti ad attenderci; dopo la grande festa dei saluti, dato che non ci vedevamo da un po’, fummo costrette a sottoporci alla solita tortura: trucco, parrucco e scelta dei vestiti, in pratica finimmo sul set che erano le tre del pomeriggio.
I primi a sottoporsi alla prova luci e alle prime foto furono come sempre Kris e Robert, in fondo erano loro i veri protagonisti della storia d’amore. Su richiesta di Kris, io e Nikki tentavamo il più possibile di non lasciarla da sola , Michael stava diventando davvero troppo stressante con la storia della gelosia per Rob, ma devo ammettere che vedendoli insieme su quel set e riportando alla mente le espressioni che di recente aveva Kris quando parlava del suo “collega” Rob, cominciavo a sospettare che Michael avesse ragione.

Comunque per delicatezza non le feci mai domande, se, e quando, avrebbe voluto parlarmene io ero a sua completa disposizione; in fondo trovavo normale che su un set nascessero delle intese più forti e dei veri e propri feeling, magari qualcuno avrebbe potuto trasformarsi in amore, oppure si poteva rimanere grandi amici.
In fondo era successo anche a me, con Kellan e con Jackson... in realtà con Kellan ci fu una vera e propria storia, durata un paio di mesi, non di più, ma poi entrambi ci eravamo resi conto che non eravamo fatti per stare insieme e così ci eravamo lasciati rimanendo però ottimi amici. In più, era impossibile non essergli amica, era un tipo così dolce, alle volte sembrava quasi un orsacchiotto.
Con Jackson invece non c’ era mai stato niente, eravamo diventati subito grandi amici, stare con lui era qualcosa di unico, era così intenso e profondo, ma allo stesso tempo pazzo e imprevedibile, come se avesse due personalità differenti. Dovevo ammettere che all’inizio avevo una cotta per lui, ma avevo messo da parte subito le mie speranze, forse la paura di perderlo come amico era più forte del resto.
Mentre osservavo Kris e Rob che venivano torturati dalla fotografa e dalla parrucchiera, mi accorsi che vicino le roulotte veniva allestito un tavolo con del caffè e qualche cosa da mangiare. Immediatamente mi illuminai, il mio stomaco stava proprio brontolando e un po’ di caffè non avrebbe fatto certo male, -Ti va se prendo qualcosa da mangiare?- chiesi rivolgendomi a Nikki che si trovava al mio fianco, -Certo che mi va, sto morendo di fame!-
Così, dopo un paio di minuti ero già di fronte al tavolo a versare due caffè, ma non ebbi nemmeno il tempo di versare la prima tazza che Kellan me la tolse da sotto il naso.
-Grazie Ash, avevo proprio bisogno di un caffè!-
-Kellan, veramente era per Nikki, non per te- sbuffai rassegnata mentre versavo un altro caffè. Subito dopo prese anche quello -Ok allora questo lo porto a lei!- mi disse per tutta risposta; scossi la testa rassegnata -Portale anche una brioches, sta morendo dalla fame- lo vidi afferrare le brioches e correre verso Nikki, sempre il solito pronto a coccolare tutti. Presi un'altra tazza e mi rimisi a versare caffè.
Mentre versavo l’ennesima, tazza sentii un profumo inconfondibile, Ck one, sapevo già chi avrei trovato al mio fianco... ed eccolo, Jackson era lì. Sentii la sua mano posarsi sulla mia schiena e un brivido mi attraversò, come cavolo facesse a farmi venire i brividi con quel caldo proprio non sapevo spiegarmelo.
-Ehi piccola, grazie- mi disse regalandomi un bacio sulla guancia e togliendomi l’ennesima tazza di caffè dalle mani –Uffa, ma vi siete messi d’accordo tu e Kellan?- chiesi un po’ incavolata e lui, dopo aver sorseggiato il caffè, si fermò a guardarmi interrogativo -Perché?- mi chiese con fare del tutto innocente, scossi ancora la testa –Niente, lascia stare!- posò il caffè sul tavolo e allargò le braccia per avvolgermi; appoggiai la testa sul suo petto, adoravo stare tra le sue braccia -Dai piccola, dillo al tuo maritino, che c’è?- scoppiai a ridere.
-Ok, ok, sei stato dolcissimo, ma davvero non c’è nulla che non vada, voglio solo prendermi un caffè- lo sentii sorridere vicino al mio orecchio -Solo un caffè? Questo e altro per la mia piccola- si stacco dall’abbraccio e mi versò una tazza di caffè, me la porse accompagnandola con un sorriso da togliere il fiato e non potei fare a meno di sorridere anche io, continuando a domandarmi se scherzasse o facesse sul serio.
Ero andata avanti per tutte le riprese del film a pormi domande del genere: tutte le volte che lui mi abbracciava, mi chiamava piccola o mogliettina, dentro di me nasceva un punto interrogativo grande quanto una casa. Scherzava solamente o magari era un modo per farmi capire che a me ci teneva? Decisi che forse era arrivato il momento di capirci qualcosa in più.
Con in mano la mia tazza di caffè mi avvicinai a Nikki che dalla sua postazione aveva osservato tutta la scena, -Allora?- mi chiese appena fui al suo fianco. Mi voltai a guardarla cercando di far finta di nulla, ma era impossibile, sia lei che Kris avevano capito benissimo che a me Jackson piaceva, mille volte avevo giurato che c’era solo una bella amicizia, ma una volta Nikki mi aveva sorpresa rispondendomi, -Beh sì, una bella amicizia, ma se Jay prova ad inzuppare il biscotto mi sa che lo lasci fare, eh?- , lei continuava ad osservarmi in attesa di una risposta, sospirai -Allora cosa?- le domandai.
Nikki scosse la testa come esasperata da quella mia finta innocenza, -Dai non fare la finta tonta, si vede lontano un miglio che c’è attrazione tra di voi, hai intenzione di fare qualcosa prima o poi?- colpita e affondata, -Cosa potrei fare, spiegami!- lo sguardo che mi rivolse era eloquente, attesi comunque una spiegazione -Tesoro, vuoi proprio che ti dica tutto io?- chiese quasi sconcertata -Beh, mi sembra logico: quale migliore occasione di un servizio fotografico per fare un po’ la gatta morta, strusciati un po’… insomma provocalo! È pur sempre un uomo, dovrà reagire in qualche modo, no?- non potei fare altro che annuire, -Eh sì, dovrà reagire in qualche modo...-forse era arrivato il momento di capirci qualcosa.
Ma sì, pensai, “in fondo sono un’attrice, no? Posso interpretare la parte della gatta morta, che ci vuole a strusciarsi un po’”... ma subito dopo mi fermai ad osservare Jackson intento a giocare con Kellan, era così bello vestito semplicemente con una camicia scura e un paio di jeans neri, eppure così dannatamente sexy … e poi sorrideva e quel sorriso così luminoso alle volte era capace di lasciarmi senza parole.
Deglutii rumorosamente e Nikki al mio fianco sbuffò, poi mi diede una pacca su una spalla avvicinandomi a lei, poggiai la testa sulla sua spalla e sospirai -Dai devi solo pensare che stai recitando. Pensa che sia una scena del film in cui devi sedurre tuo marito, no?- annuii, -Ok, posso farcela- dissi alzando gli occhi verso di lei -Bene, perché tra poco tocca a noi!- rispose sorridendomi.
Per la prima volta dall’inizio di quell’avventura, invece di calarmi nei panni del folletto onnisciente, alias Alice Cullen, avrei dovuto essere la gatta morta seduttrice, potevo farcela … forse.
Dopo un paio di minuti Kris ci raggiunse, -Ehi ragazze, che ne dite?- chiese riferendosi alle foto che avevano appena finito di scattare lei e Rob, -Dico che se le vede Michael minimo ti uccide, sembrava che non aspettassi altro che Rob ti stendesse su quel prato e ti facesse un bel servizietto - rispose Nikki lasciando me e Kris a bocca aperta. Kris riuscì a riprendersi prima di me -Oh, Nikki! Smettila di dire queste cose!- scoppiammo a ridere tutte insieme, ci mettemmo a braccetto ancora ridendo e con disinvoltura andammo verso il tavolo con caffè e brioches.


Edited by Katy-Cullen - 9/11/2009, 18:39
 
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SìlHysteria
view post Posted on 9/11/2009, 21:16




Bella!!!
Per ora mi piace, è ben scritta.
Attendo il prossimo capitolo (:
io adoro le ff
 
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Sammylove
view post Posted on 10/11/2009, 01:00




La sto seguendo su EFP e mi piace tanto!!!
 
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Katy-Cullen
view post Posted on 10/11/2009, 13:34




ragazze sono contentissima che vi piaccia ^^ e grazie sammylove che mi segui su efp...li sto un po più avanti...^^ cmq grazie a tutte davvero ^^
 
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Katy-Cullen
view post Posted on 11/11/2009, 09:58




Buondìììì Girls....^^ son contenta che vi piaccia...allora visto che posto qui e posto su efp...oggi vi regalo un'altro cap...spero stasera di postarne un'altro così da raggiungere efp al piu presto....e magari poi poter aggiornare insieme...

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Capitolo 2 Ashley

Come una Gatta


Dopo aver preso l’ennesima tazza di caffè tornammo alla nostra postazione, vicino al set; in breve fummo raggiunte anche da Rachel ed Elizabeth che si unirono alle nostre chiacchiere, non che io parlassi più di tanto, considerando che ero impegnata nella ricerca di Jackson. Vagavo con lo sguardo intorno al prato cercando di capire dove potesse essersi cacciato, finché non lo trovai: era vicino ad una delle roulotte del trucco, intento a chiacchierare con la fotografa. Sospirai sconsolata osservando la ragazza, bionda, magra, artista... insomma perfetta per un tipo come lui.

Distratta da quei pensieri, sentii a malapena la voce di Nikki riportarmi alla realtà -Ehi Ash,smettila dai. Stanno solo parlando! E poi ricordati, tu sei la sua mogliettina!- mi disse a voce bassa. Evidentemente si era accorta da cosa ero stata distratta e a modo suo voleva consolarmi.

Quel tentativo mi fece sorridere -Già, io sono la sua mogliettina e oggi sarò anche la sua Gattina!- risposi decisa, facendole spuntare un sorriso di approvazione sulle labbra.

-Brava, così mi piaci, tira fuori le unghie!- non potemmo fare a meno di scoppiare a ridere insieme quando le risposi -Miaooo!- mimando con la mano la zampata di un gatto.

Proprio in quel momento al nostro gruppetto si unì anche Peter, che venne dritto da me e Nikki mettendo le braccia sulle nostre spalle -Che cosa combinano le mie bambine?- ci chiese sorridendo.

-Niente papino, stavo solo insegnando alla tua piccola a tirar fuori le unghie- rispose Nikki lasciandolo senza parole. Peter si voltò ad osservarmi interrogativo, ma fortunatamente prima che potesse chiedermi qualsiasi altra cosa la fotografa richiamò la nostra attenzione.

Ci riunimmo tutti intorno a lei -Salve a tutti io sono Peggy e per oggi sarò il vostro incubo- disse sorridendo, -Allora, che dire... ringrazio Rob e Kris che si sono già sottoposti alla mia tortura e adesso invece tocca a voi. Vorrei che vi divertiste, mischiatevi, giocate, fate quello che vi pare, ma soprattutto sorridete!- concluse il suo breve discorso facendo partire qualche -Wow- da parte di Kellan e degli urletti striduli di Kris e Nikki; io nel frattempo ero rimasta ancora abbracciata a Peter, che come un vero padre continuava a coccolarmi.

In breve quella piccola riunione si sciolse e tutti ci spostammo di fronte all’obbiettivo. Mentre camminavo ancora abbracciata a Peter, notai Jackson vicino a Kellan che mi osservava con un’espressione seria, spostai subito lo sguardo, scacciando anche il breve pensiero di una sua possibile gelosia nei miei confronti. Sciolsi l’abbraccio e mi avvicinai a Kris e Nikki che avevano cominciato a giocare tra di loro, quelle due erano davvero agitate quel giorno, saltellavano, cantavano e facevano il girotondo come due bambine; mi ritrovai a ridere con loro, coinvolta in quei giochi. In quel momento c’era solo un’unica nota stonata, le mie scarpe con il tacco cominciavano a far male, certamente era anche colpa di tutti quei saltelli e di quel rincorrersi.

Mentre ci divertivamo a giocare, intorno a noi gli altri facevano lo stesso: Kellan lanciava la palla da football a Tay, Elizabeth e Peter chiacchieravano, insomma ci stavamo davvero divertendo. Un istante dopo, mi accorsi che Nikki aveva afferrato Kris per una mano trascinandola più in là e lasciandomi immobile per un paio di secondi; ci misi un po’ ad accorgermi della presenza di Jackson al mio fianco... ecco perché si erano allontanate, lo avevano visto avvicinarsi. Iniziai a sorridere scuotendo la testa e ripensando a tutti i discorsi sul tirare fuori le unghie e fare la gatta, il momento era arrivato. Jackson si accorse immediatamente che qualcosa non andava, nonostante il mio sorriso divertito, e abbassò lo sguardo osservando le mie scarpe -Toglile!- mi disse come se nulla fosse, scoppiai a ridere e mi sfilai le scarpe lanciandole poco distanti.

Mi voltai continuando a sorridere e mi sentii prendere una mano da lui che mi portò a sbattere sul suo petto, dovevo ammettere che non me lo aspettavo proprio, -Che hai da ridere piccola?- mi chiese come se fosse tutto normale.

Scossi la testa -Niente, niente- fui solo capace di rispondere, mentre iniziavo a calarmi nella parte della gatta. Cominciarono così una serie di giochi con lui, lo abbracciai, mi prese in braccio, presi un ramoscello dal prato e lo stuzzicai facendolo ridere, mi ritrovai a cavalcioni sulla sua schiena, insomma giocavamo come avrebbero potuto fare due grandi amici o due che sentivano una certa attrazione tra di loro, praticamente continuavo a non capirci niente.

Tutto andava in maniera naturale, finché a Peggy venne la felice idea di farci sedere e fu lì che decisi di tentare il tutto per tutto, dovevo riuscire a capire se oltre allo stare bene insieme come amici tra di noi poteva esserci altro. Così, quando vidi Jackson sedersi a gambe incrociate, presi un respiro profondo e mi misi a sedere sulle sue gambe avvolgendo le mie braccia intorno al suo collo; in quel momento la fotografa iniziò a giocare con Tay e con la palla da football di Kellan, intimando però a tutti noi di mantenere la posizione.

Stare abbracciata a lui non mi dispiaceva affatto, anzi, ne approfittai per strusciarmi un po’ e cercare di provocarlo il più possibile; i risultati non tardarono ad arrivare, riuscii a sentire attraverso la stoffa dei jeans la sua eccitazione premere per chiedere un po’ di sollievo e questo mi fece sentire abbastanza gratificata: evidentemente, oltre ad una grande amicizia, non dovevo dispiacergli affatto, almeno a livello fisico.

Così decidi di stuzzicarlo ancora un po’ -Ehi Jay, quello che sento è quello che penso? Ne devo dedurre che oggi sei davvero felice di vedermi?- chiesi maliziosa al suo orecchio, lui sorrise e strinse la presa sulla mia schiena.

-Ti dispiace? Forse preferiresti stare in braccio a Kellan o a Peter?- rimasi di stucco di fronte a quella risposta, così mi allontanai un attimo piantando il mio sguardo lievemente incazzato nel suo.

-Che diavolo stai dicendo? Se fosse successo con Peter o con Kellan si sarebbero beccati già uno schiaffo, e poi lo sai che con Kellan è roba vecchia ormai! Si può sapere che ti passa per la testa?- parlai senza prendere fiato e con un tono di voce che non aveva nulla della gattina sexy.

Lo vidi cambiare espressione, sembrava dispiaciuto, forse non si aspettava questa mia reazione, -Ok, scusami, hai ragione. Ho esagerato. È che poco fa ti ho vista abbracciata con Peter e… sì insomma… mi ha dato un po’ fastidio...- rispose riavvicinandomi a lui e stringendo ancora la presa intorno ai miei fianchi.

Affondai il viso sulla sua spalla e un sorriso si spalancò sul mio volto, non potevo ancora credere a quello che avevo sentito, mi aveva appena detto che gli dava fastidio vedermi abbracciata con Peter, mi sentivo al settimo cielo.

Lo sentii strattonarmi un secondo -Allora, mi perdoni?- chiese. Evidentemente aveva già parlato ma ero troppo distratta dai miei pensieri per sentirlo.

-Ehm… sì, ti perdono!- risposi sussurrando, Jackson mi spostò un po’ tornando a guardarmi in viso.

-Ho capito, non sei convinta di perdonarmi, uhm… vediamo, che ne diresti se per farmi perdonare mi offrissi di riaccompagnarti a casa?- mi chiese spalancando i suoi meravigliosi occhi verdi. Rimasi un attimo senza fiato, era abbastanza difficile riuscire a ragionare lucidamente con quello sguardo puntato addosso; fece un piccolo movimento con la testa in attesa ancora di una mia risposta

-Sì ok…- non so ancora per quale miracolo divino, riuscii ad articolare quelle due sillabe, ma fortunatamente ci riuscii. Il solo pensiero di me e lui abbracciati sulla sua Ducati Monster mi faceva già mancare il fiato.

Nel frattempo intorno a noi tutto continuava come se niente fosse: Peggy scattava le sue foto, Kris e Nikki giocavano come due bambine ed io... io mi sentivo rinchiusa in una bolla, completamente fuori da tutto il resto. Era il mio piccolo paradiso: tra le braccia di Jackson, seduta sulla sua eccitazione... sorrisi tra me di quel pensiero un po’ osè. Anche Jack notò il mio sorriso ma non disse nulla, mi fece l’occhiolino e tornò a stringermi più forte. Dopo qualche altro scatto sentii la voce di Peggy richiamarci all’attenzione -Allora ragazzi, direi che è andata, siete tutti liberi- disse facendo scattare immediatamente l’applauso. In meno di un paio di secondi mi ritrovai in piedi, impaziente di andare a cambiarmi e tornare a casa in moto con Jackson.

Tutti erano felici che quella giornata stressante stesse finalmente per finire, probabilmente io ero l’unica ad esserne anche un po’ dispiaciuta; avevo paura che una volta giunti alla fine, tutta quella complicità e quell’intimità tra di noi sarebbe svanita. Mentre mi guardavo intorno e osservavo gli altri muoversi, improvvisamente mi sentii sollevare e in meno di un secondo mi ritrovai appoggiata su una spalla di Jackson che mi portava verso le roulotte, -Ehi che fai?- chiesi senza riuscire a capire il perché di quel gesto.

Lo sentii ridere di gusto -Mi faccio perdonare!- rispose tranquillamente. Continuando a camminare si voltò verso la telecamera che riprendeva il backstage -Sto portando la mia mogliettina a casa dopo una lunga giornata di lavoro!- disse come se nulla fosse, strappandomi una risata e facendomi iniziare a scalciare.

-Fammi scendere!- cercai di protestare, ma lui prosegui dritto per la sua strada.

Finalmente, arrivati di fronte alla roulotte dove dovevamo cambiarci noi ragazze, mi fece scendere. Io ero ancora sbalordita, non ebbi il tempo di dire nulla e lo vidi allontanarsi e poi voltarsi -Ci vediamo alla mia moto- mi disse prima di girarsi ancora e proseguire verso un’altra roulotte.

Salii quei pochi gradini aggrappandomi alla ringhiera, non riuscivo ancora a capire cosa stesse succedendo. Dentro, ad aspettarmi, c’erano Nikki e Kris con Rachel ed Elizabeth; le mie due amiche erano quasi sull’orlo di una crisi di nervi, erano impazienti di riempirmi di domande, potevo leggerglielo in viso, e così appena Rachel ed Elizabeth se ne andarono scattò l’interrogatorio.

Mentre mi stavo cambiando la maglia, Nikki mi spinse con forza per farmi sedere -Avanti dai, sputa il rospo, raccontaci tutto!- disse rivolgendomi un occhiata piena di sorpresa.

-Che vuoi che ti racconti se non so nemmeno io cosa sta succedendo, abbiamo semplicemente scherzato- risposi rendendomi ancora di più conto che non avevo la minima idea di quello che fosse successo tra di noi.

-Oh dai, Ash, non prenderci in giro! Ma se si vedeva lontano un miglio che Jay era eccitato! Ti lanciava certe occhiate!- questa volta fu Kris a rispondere, scossi la testa incredula, mi lanciava certe occhiate? Davvero?

-No davvero Kris non ho la più pallida idea di cosa sia successo... abbiamo iniziato a giocare, poi ho fatto una battuta, lui ha risposto in malo modo… e alla fine si è offerto di riaccompagnarmi a casa per farsi perdonare-

Le vidi scambiarsi un’occhiata ed io rimasi in silenzio ad aspettare che una di loro parlasse -E bravo il nostro Jay... evidentemente si deve essere stufato anche lui di questa storia dell’amicizia, lo sapevo che non sarebbe durata ancora a lungo! Ma scusa... e Kellan?- disse Nikki alzandosi in piedi e continuando a rivestirsi.

-Che c’entra Kellan?- domandai incredula.

-È venuto in moto con Jackson stamattina, quindi mi sa che ci toccherà dargli un passaggio- rispose Kris rivolgendosi a Nikki.

Lei fece spallucce -Questo e altro per Ash, vorrà dire che dovremmo sopportare l’orasacchiottone.- concluse riprendendo ancora a cambiarsi.

Quando fummo finalmente pronte, uscimmo dalla roulotte e ci incamminammo, loro per andare a chiamare Kellan e io verso la moto di Jackson. Mentre camminavamo, Nikki si avvicino -Mi raccomando non fare la stupida e chiamami appena puoi!- mi disse all’orecchio, poi mi diede un bacio sulla guancia e si staccò da me mettendosi a braccetto con Kris e cambiando direzione, si voltarono a guardarmi e mi fecero l’occhiolino.

Ripresi a camminare verso la sua Ducati e lo trovai lì appoggiato, con due caschi in mano, che mi aspettava. Era bello da togliere il fiato e quella moto tutta nera con alcuni inserti rossi lo rendeva ancora più sexy, -Ce l’hai fatta finalmente!- disse appena fui abbastanza vicina, poi si spostò e mi offrì il casco.

-Scusa, ma Nikki e Kris mi hanno trattenuta- risposi facendo spallucce e indossando il casco.

-Già, posso immaginare il perché- aggiunse salendo in sella per poi rivolgermi uno di quei sorrisi che alle volte venivano a popolare i miei sogni. Abbassai lo sguardo e sorrisi anche io, lo sentii accendere il motore e cominciare a spostarsi per uscire dal posteggio, -Salta su, dai!- mi disse facendo un cenno con il capo, non me lo feci ripetere due volte e montai in sella, aggrappandomi ai suoi fianchi.

Partimmo piano e quando passammo di fronte a Nikki e Kris, già in macchina con Kellan sul sedile posteriore, Jackson diede un colpo di clacson a mo’ di saluto, al quale lei rispose subito, mentre Kellan, un po’ imbronciato per essere stato scaricato dall’amico, ci offri comunque un ok e un occhiolino che non aveva bisogno di spiegazioni. Usciti dal set riprendemmo la strada normale e a quel punto la velocità aumentò; d’istinto mi strinsi ancora più forte a lui, non era la prima volta che andavamo in moto insieme, però quella volta era del tutto diverso, primo perché sentivo che anche il nostro rapporto stava cambiando, non so in cosa ma di sicuro stava cambiando, e secondo perché comunque avevo sempre percorso dei brevi tratti in moto e invece quella volta c’era più strada da fare.

Dovevo ammettere però che lo stare abbracciata con lui per più tempo non mi dispiaceva affatto. Jackson guidava tranquillo, lo sentivo ogni tanto spostarsi per cercare una nuova posizione, mentre io non avevo proprio il coraggio nemmeno di provare a muovermi... non perché avessi paura, la velocità non mi spaventa affatto, e poi abbracciata a lui mi sarei sentita sicura comunque, ma avevo più paura di poter fare un movimento sbagliato e magari dare problemi a lui, così rimasi immobile beandomi di quell’abbraccio. Il viaggio fu abbastanza breve, almeno così mi parve, forse perché non volevo proprio staccarmi da lui, ma quando appoggiò un piede per terra e si fermo nel vialetto davanti casa mia fui costretta a mollare la presa.

Mi staccai lentamente, accorgendomi di tutti i muscoli intorpiditi, e immediatamente mi chiesi se le mie gambe avrebbero retto. Cercai di allungarle un po’ prima di scendere ma dopo un paio di secondi Jackson si voltò a controllare cosa stessi facendo, così decisi di scendere, poggiai la gamba destra sul marciapiede e immediatamente scavalcai la sella con la sinistra; quando poggiai quella però, mi accorsi immediatamente di un crampo al polpaccio che mi fece alzare la gamba, tenni la gamba piegata per un po’ mentre tentavo di slacciare il casco, nel frattempo anche lui era sceso dalla moto e fu molto più veloce di me a togliersi quella trappola dalla testa. Poggiò il suo sulla moto e poi si avvicinò per aiutarmi –Lascia, faccio io- disse avvicinandosi; quando lo sentii così vicino mi sentii percorrere da una scarica elettrica, che si trasformò in un brivido lungo la schiena quando le sue mani si avvicinarono al mio collo e lo sfiorarono per slacciare la cinghietta.

Finalmente fui libera da quel casco, e mi ritrovai di fronte a Jackson che mi osservava con un’espressione furba, non mi ero nemmeno resa conto che per tutto quel tempo ero rimasta in equilibrio su una gamba sola. Lo vidi abbassare lo sguardo e sorridere -Hai intenzione di arrivare alla porta saltellando o vuoi che ti dia una mano?- mi disse; ovviamente si era accorto del crampo, abbassai lo sguardo intimidita e sospirai, non sapevo cosa rispondere ero troppo imbarazzata, così rimasi in silenzio -Ok dai, non accetto un no come risposta. Adesso ti fai accompagnare in casa e sistemiamo anche questo crampo- senza nemmeno finire la frase si piegò sulle ginocchia e mi prese in braccio.

-Jay che fai?- chiesi quando mi ritrovai con le braccia strette al suo collo, lui mi lancio un occhiata maliziosa.

-Che vuoi che faccia, ti porto in braccio! Anzi perché non mi aiuti iniziando a prendere le chiavi?- mi rispose tranquillamente, sospirai ancora più imbarazzata da quella situazione e presi le chiavi dalla borsetta; quando arrivammo davanti la porta con molta calma mi fece scendere -Non poggiare la gamba però- mi intimò immediatamente, mi diede il tempo esatto di far scattare la serratura e subito dopo mi ritrovai ancora tra le sue braccia, -Oh dai Jay, non devi portarmi per forza in braccio…- provai a lamentarmi.

-Smettila di comportarti da bambina io non devo… io voglio aiutarti, così va meglio?- mi rispose facendo crollare ogni mia resistenza.

Così, senza più un briciolo di opposizione, mi lasciai portare dentro casa, attraversò l’entrata e mi depositò delicatamente sul divano andando a chiudere la porta e poi venendosi a sedere accanto a me -Adesso vediamo che si può fare per questo crampo, ok?- mi disse arrotolando i miei jeans e cominciando a massaggiare il polpaccio dolorante. Sentire le sue mani sulla mia pelle mi fece impazzire, il cuore prese a correre ad un ritmo forsennato, non riuscivo proprio a parlare, eppure c’erano così tante cose da dire.

Sapevo benissimo cosa avrei voluto dirgli, qualcosa del tipo “Jackson io credo di provare qualcosa di più per te che una normale amicizia, non sono innamorata però quello che sento quando tu sei qui accanto a me, quando mi sfiori, quando mi guardi... riesci a darmi i brividi con un solo sguardo e vorrei stare così per sempre senza più bisogno del resto del mondo” erano queste le parole esatte che immaginavo di dirgli, ma non riuscivo a parlare, lo vedevo lì di fronte a me che mi massaggiava la gamba e sentivo le sue mani accarezzarmi... quel semplice tocco che non voleva avere nulla di sensuale mi fece venire voglia di saltargli addosso e baciarlo.

Improvvisamente mi mossi sollevandomi un po’, cercando di recuperare un minimo di lucidità, ma invece fu peggio: mi ritrovai con il viso a pochi centimetri da lui e sentii mancarmi il respiro -Jay...- riuscii a chiamarlo con un soffio di voce, lui sollevò lo sguardo e per me fu la fine: era bellissimo, una ciocca di capelli gli ricadeva sulla fronte, le sue labbra dalla forma perfetta erano dischiuse e i suoi occhi, quegli occhi così penetranti e magnetici, con quell’espressione da stronzo, che sembravano promettere l’inferno, salvo poi regalarti il Paradiso con un sorriso... rimanemmo a guardarci per un istante e senza quasi rendercene conto ci avvicinammo.

Lo sentii deglutire -Ashley...- mi chiamò con un sussurro e prima che potessi rendermene conto le sue labbra furono sulle mie, calde, morbide... desideravo vivere quel momento dalla prima volta che lo avevo incontrato, dischiusi piano la bocca e senti il suo respiro invadermi, la sua lingua accarezzò piano le mie labbra e poi incontrò la mia, insieme presero a giocare nel modo più sensuale possibile, accarezzandosi e cercandosi; le nostre mani intanto sembravano in preda a un desiderio e ad una frenesia che non avevo mai provato, di colpo mi ritrovai distesa sul divano, mentre lui su di me continuava a baciarmi nella maniera più sensuale che potesse esistere, non avevo mai provato nulla del genere, quei baci così provocanti erano resi ancora più peccaminosi dalle sue labbra e da dolci piccoli morsi che ci regalavamo a vicenda. Le nostre mani continuavano a vagare sui nostri corpi aumentando la sensazione e il desiderio.

Ma come tutte le cose belle, anche quel bacio ebbe una fine; lo sentii piano spostarsi per mantenersi in equilibrio su di me facendo peso sulle sue braccia -Ash, forse è meglio che prima di fare qualsiasi altra cosa io ti chieda questa cosa, altrimenti impazzisco- Mi disse serio, lasciandomi senza parole. Non riuscivo a capire che cosa potesse chiedermi in quel momento di così importante da interrompere il bacio più bello che avessi mai ricevuto, lo guardai in preda al panico, non riuscivo a trovare una spiegazione poi finalmente parlò -Ashely ti prego devo saperlo... tu e Chace non state più insieme, vero?- sentii il mio cuore fermarsi per qualche istante e il mio pensiero immediato fu “Oh cazzo, Chace!”, chiusi gli occhi per un istante e quando li riaprii lui si era alzato e messo a sedere, ma era ancora in attesa di una mia risposta. Cosa potevo dirgli? Non potevo di certo mentire, non con lui, mai! Anche se questo significava vederlo allontanarsi

-Ehm… siamo in pausa di riflessione- risposi tutto d’un fiato, lo vidi annuire e mordersi le labbra, poi si voltò a guardarmi.

-Scusami Ash, forse è meglio che vada… non mi piace mettermi in mezzo. Forse quando sarai davvero libera potremo parlare di noi- disse mentre si alzava, poi si voltò e s’incamminò verso la porta, lo vidi uscire e chiudersi la porta alle spalle. Rimasi immobile seduta sul divano, cercando ancora di capire cosa era successo.

Avrei voluto corrergli dietro, fermarlo, ma non feci nulla di tutto questo, rimasi lì seduta ascoltando la moto accendersi e poi il rombo allontanarsi.

Edited by Katy-Cullen - 18/11/2009, 09:33
 
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Katy-Cullen
view post Posted on 18/11/2009, 09:32




Buondìììì ^^ oggi vi offro il primo Jay Pov...speriamo vi piaccia...^^

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Capitolo 3 Jackson

Una lunga giornata di lavoro 13/09/08



Non potrò mai dimenticare cosa accadde quel giorno.

Fu il giorno in cui facemmo quel servizio fotografico per Vanity Fair, al quale partecipò tutto il cast di Twilight e fu indubbiamente una giornata memorabile. Il set si trovava ad un’ora di viaggio da L.A., su un prato molto suggestivo, ma, visto che andai in moto, impiegai meno tempo per raggiungerlo. Prima di andare passai a prendere Kellan: aveva la macchina fuori uso e non potevo certo rifiutare un passaggio al mio fratellone.

Devo ammettere che dopo aver passato tutto quel tempo con lui e gli altri, consideravo l’intero cast come una seconda famiglia: accettare la parte di Jasper Hale era stata davvero un’ottima idea, non solo per la notorietà che ne era conseguita, ma anche perché su quel set avevo avuto l’opportunità di conoscere meglio una persona davvero speciale... la mia mogliettina. Certo, Ashley faceva già parte della mia vita, come amica s’intende, ma stare tutto quel tempo a contatto con lei, me la fece apprezzare sotto tutti i punti di vista.

Quando arrivammo sul set, trovammo ad attenderci Rob,Peter e anche gli altri non tardarono molto Rivederla fu una bella sorpresa per ciò che riuscì a scatenarmi dentro: era dalla fine delle riprese del film che non ci incontravamo e quando la vidi scendere dall’auto di Nikki, mentre rideva e si divertiva con Kris, rimasi imbambolato ad osservarla... Era così bella, i capelli lunghi e morbidi che le ricadevano sulle spalle, il sorriso dolce che le illuminava il viso: era come vedere un angelo. Sentii come una sensazione di calore invadermi, starle vicino mi faceva stare bene, anche solo respirare la sua stessa aria era puro benessere. Nelle ultime settimane ci eravamo sentiti, quasi ogni giorno, eravamo riusciti sempre a trovare una scusa per chiamarci e ogni volta ascoltare la sua voce per telefono mi aveva dato la stessa sensazione.

Dopo esserci salutati, noi uomini fummo dirottati verso una roulotte dove ad attenderci trovammo le costumiste e le truccatrici. Odiavo sottopormi al trucco, ma ormai, dopo aver passato ore a farmi trasformare in vampiro, un po’ di trucco per le foto mi lasciava indifferente. Mentre aspettavo che la truccatrice mi chiamasse, mi misi a sedere su uno dei divanetti e Kellan non tardò a farmi compagnia.

-Ehi Jay, hai visto Ashley? Cavoli diventa sempre più bella!- non potei fare a meno di annuire, era davvero ancora più bella... Non riuscii nemmeno a dire una parola che ricevetti una gomitata dal mio amico: -Ma sì che hai visto, ho notato come sei rimasto imbambolato quando è scesa dalla macchina! Prima o poi dovrai spiegarmi cosa aspetti a provarci?- A quelle parole mi voltai con il chiaro intento di fulminarlo con uno sguardo, ma di fronte alla sua faccia da furbo, non potei fare a meno che sorridere.

-Si vede così tanto?- chiesi, ammettendo finalmente di provare una certa attrazione.

-Jay, fratello, mi chiedi se si vede? Praticamente ce l’avete scritto in fronte!- sospirai ascoltando le parole di Kellan: anche io avevo notato un certo comportamento in Ashley, ma credevo di essermi immaginato tutto.

-Allora? Ci proverai oggi?- Chiese lui, senza lasciarmi nemmeno il tempo di riflettere.

-Kellan, dai, siamo amici... e se poi finisse male? O se a lei non importasse niente di me?- lo investii con le mie domande e lo vidi immediatamente scoppiare a ridere.

-Sei un idiota, sarai anche un gran musicista, ma lasciatelo dire amico, sei un vero idiota! Ma se si vede lontano un miglio che anche tu le piaci? Dovete solo darvi una mossa!- rispose Kellan, alzandosi e avvicinandosi alla poltrona per farsi truccare. Lo seguii continuando a rimuginare sulle sue ultime parole e a torturarmi con i miei dubbi; durante le riprese di Twilight, io e Ashley eravamo diventati inseparabili, ci prendevamo cura uno dell’altro, alle volte sembravamo davvero una coppia di sposini, con l’unica differenza che tra di noi il contatto fisico si limitava a qualche abbraccio e a delle coccole, anche se più di una volta mi ero ritrovato a desiderare di più.

Ma non potevo farlo, non era da me, sapevo dei suoi problemi con Chace e sapevo anche della loro “pausa di riflessione”... non potevo fare altro che starle accanto, come un amico almeno, finché non avesse sistemato le cose con lui. Ero sicuro che non le importasse più di Chace, non ne parlava quasi mai e, quando lo faceva, non era mai triste come avrebbe dovuto essere una ragazza che ama ancora il suo ex. Comunque non ero mai stato un tipo che si metteva nel mezzo, soprattutto se farlo avrebbe significato rischiare di rovinare una bella amicizia.

Perso nei miei pensieri e nelle mie riflessioni non mi ero reso conto che Kellan mi stava chiamando per andare sul set, non mi ero nemmeno accorto che la truccatrice aveva finito il suo lavoro, finché il mio fratellone non mi dette uno spintone: -Ehi Bell’addormentato, ti dai una mossa? Oddio si vede proprio che Ash ti piace, da quando l’hai vista oggi sei diventato uno zombie!- Quelle parole e lo spintone mi richiamarono alla realtà, scossi la testa come per risvegliarmi da un sogno, o da un incubo, e mi alzai dalla poltrona per seguirlo fuori dalla roulotte.

Camminavo al suo fianco senza riuscire a dire una parola, lo sentivo parlare ma non gli prestavo la minima attenzione. Aveva ragione, rivederla adesso, dopo la fine delle riprese era stata un’emozione inaspettata. Ashley mi era mancata tanto in quelle settimane, non me ne ero reso conto prima o forse mi ero tenuto a distanza da lei di proposito: sapevo che vederla non era affatto un bene, ma allo stesso tempo non riuscivo a fare a meno di sentirla per telefono. Erano solo due settimane che non ci vedevamo e dopo quel servizio chissà quando sarebbe capitato ancora, ma cosa potevo fare? Forse la cosa migliore sarebbe stata comportarmi tranquillamente e magari, alla fine della giornata, trovare qualche scusa per passare a trovarla più spesso.

Cercando ancora di dare un senso ai miei pensieri e alle sensazioni che quel giorno si erano scatenate dentro di me, mi accorsi che Peter si era unito alla nostra conversazione, o dovrei dire al monologo di Kellan, solo quando mi posò una mano sulla spalla, -Cosa?- chiesi immediatamente rendendomi per l’ennesima volta conto di non aver ascoltato nemmeno una parola: Peter scoppiò a ridere e Kellan scosse la testa, come disperato.

-Niente Jay, oggi sei proprio fuori!- disse prima di allontanarsi e dirigersi verso il tavolo con i caffè, dove si trovava Ashley.

Mentre lo guardavo avvicinarsi tranquillamente a lei mi accorsi di provare come un senso di gelosia. Li vedevo parlare e sorridere e sentivo il mio stomaco contorcersi: sapevo perfettamente che la storia tra quei due si era chiusa da un pezzo, ma vedere lei sorridere ad un altro che non fossi io, mi dava davvero fastidio. Quando lo vidi allontanarsi tirai quasi un sospiro di sollievo, poi mi feci coraggio e mi avvicinai anche io a quel tavolo.

Quando mi trovai talmente vicino da poter respirare a pieni polmoni il suo profumo, mi avvicinai a lei e le poggiai una mano sulla schiena, la sentii rabbrividire e fui immediatamente orgoglioso di riuscire a provocarle quelle reazioni.

-Ehi piccola, grazie- le dissi, dandole un innocente bacio sulla guancia e togliendole dalle mani la tazza di caffè che aveva appena versato.

La senti sospirare: -Uffa, ma vi siete messi d’accordo tu e Kellan?- mi chiese poi un po’ incavolata. Adoravo vederla in quel modo: lei, la dolce Ashley, quando metteva il broncio era capace di farmi impazzire. Avrei voluto prendere quelle labbra a morsi e farle spuntare un sorriso riempiendola di baci e coccolandola.

La guardai chiedendomi di cosa stesse parlando: -Perché?- le chiesi poi cercando di capire a cosa si riferisse.

-Niente, lascia stare!- mi rispose scuotendo la testa per porre fine a quel discorso, ma a quel punto la curiosità aveva preso il sopravvento. Posai la tazza sul tavolo e allargai le braccia per poi avvolgerla e stringerla a me, sentii la sua testa poggiarsi sul mio petto.

-Dai piccola, dillo al tuo maritino, che c’è?- le chiesi tranquillo e lei in risposta iniziò a ridere, facendomi sentire improvvisamente bene.

-Ok, ok, sei stato dolcissimo, ma davvero non c’è nulla che non vada: voglio solo prendermi un caffè- mi disse quindi cercando di riprendersi ed io non potei fare a meno di sorridere a quella semplice richiesta e mi staccai dall’abbraccio.

-Solo un caffè? Questo e altro per la mia piccola- le dissi versandole una tazza di caffè e porgendogliela.

La vidi poi dopo allontanarsi per andare a fare compagnia a Nikki mentre io rimasi lì come un idiota a guardarla e, per cercare di distrarmi un attimo, mi misi a frugare nelle tasche dei jeans in cerca di una sigaretta. Non ebbi nemmeno il tempo di accenderla che, dopo un paio di secondi arrivò Kellan a togliermela per fare un tiro -Allora, abbiamo fatto progressi?- chiese, lasciando andare una nuvoletta di fumo.

Scossi la testa strappandogli la sigaretta dalle mani e riportandola tra le labbra: -Niente, sono riuscito solamente a trovare una scusa per abbracciarla!- risposi maledicendomi per la mia stupidità

-Dai amico, smettila di torturarti così, non farti troppe seghe mentali alla ‘Edward’, chiedile di uscire una buona volta e sottolinea che non lo fate da amici- riprese Kellan, dando forza al suo discorso e accompagnandolo con una pacca sulla spalla che per poco non mi fece ingoiare la sigaretta.

-Forse hai ragione tu, dovrei semplicemente provare e basta!- dissi cercando di riprendermi.

-Finalmente!- lo sentii esultare -Adesso scusami ma vado a dare a Tay una lezione sul Football!- riprese dunque allontanandosi e dirigendosi verso il piccolo lupacchiotto.

La giornata stava trascorrendo abbastanza velocemente, ovviamente, per la maggior parte del tempo erano stati Rob e Kris ad essere sotto la luce dei riflettori, mentre il nostro turno non era ancora arrivato; io mi ero limitato a gironzolare per il set e le roulotte, accendendomi una sigaretta ogni tanto e cercando Ashley con lo sguardo, finché non ero stato intercettato dalla fotografa, Peggy, una tizia un po’ strana che aveva iniziato a parlarmi dei suoi lavori e della sua idea per quel servizio. Dovevo ammettere però che, anche se strana, era davvero brava: mi mostrò anche qualche suo scatto, finché, finalmente, non si dileguò, dicendo che era giunto il momento di mettere al lavoro anche me e gli altri.

Poco dopo la vidi infatti richiamare l’attenzione di tutti presentandosi e spiegandoci cosa voleva che facessimo. Mi avvicinai anche io ad ascoltarla, ma la mia attenzione fu richiamata da qualcos’altro: vidi Peter abbracciato ad Ashley e non mi fece affatto piacere. Sentii il mio stomaco contorcersi, non so se per la gelosia o per il fatto che ero stato capace di farlo io ma non sopportavo di vederla tra le braccia di un altro. Riusciva a mettermi ancora di più in confusione, ero geloso di lei? Provavo davvero qualcosa per lei?

Sì, indubbiamente sì.

Non era amore, gli somigliava molto però... Quello che mi tormentava era capire cosa io fossi per lei: un semplice amico o qualcosa di più? In fondo un abbraccio non era nulla, no? Ma lo stesso allora valeva per me, quando ci trovavamo stretti l’uno all’altro cosa significava per lei? L’abbraccio di un amico o qualcosa di più? Non sopportavo più di torturami in quel modo, così decisi che lo avrei scoperto.

Ben presto ci ritrovammo tutti di fronte all’obbiettivo ed io continuai ad osservarla abbracciata a Peter. I nostri sguardi si incontrarono per un istante, poi la vidi abbassare lo sguardo e lentamente sciogliere quell’abbraccio per avvicinarsi a Nikki e Kris. Tutti, intorno, si stavano divertendo un bel po’; cercando di far finta di nulla lanciai un paio di palle a Kellan, mentre in realtà non le staccavo gli occhi di dosso, la guardavo giocare e divertirsi con le altre due pazze, ma notavo, ogni tanto, una smorfia di dolore cancellare il suo sorriso: era evidente che quei tacchi la stavano torturando... Lanciai l’ultima palla a Kellan e poi decisi di andare da lei.

Notai immediatamente Nikki accorgersi del mio spostamento, la vidi prendere Kriss per mano e allontanarsi. Mi avvicinai, e mi fermai proprio vicino ad Ashley e la vidi sorridere e scuotere la testa; abbassai lo sguardo e le osservai i piedi: -Toglile!- le dissi indicando le scarpe, che, evidentemente, le facevano male, lei scoppiò a ridere e se le sfilò, lanciandole poco distanti. La vidi voltarsi verso di me e istintivamente le presi la mano e la portai a sbattere sul mio petto.

-Che hai da ridere piccola?- le chiesi quasi senza rendermi nemmeno conto di quello che avevo appena fatto.

-Niente niente!- rispose scuotendo la testa e continuando a sorridere.

Da quel momento in poi, quel pomeriggio si trasformò in uno dei più belli della mia vita. Senza nemmeno rendercene conto, iniziammo a giocare e a stuzzicarci a vicenda: la presi in braccio, ci abbracciamo e senza quasi accorgermene mi ritrovai con lei a cavalcioni sulla schiena. La sensazione di serenità e normalità che quegli istanti riuscivano a darmi cancellarono in un istante tutte le domande che mi avevano torturato fino a quel momento: era così naturale quel gioco tra noi, come se tutto fosse successo senza dipendere dalla nostra volontà, ma portandoci comunque a quel punto. Fu allora che alla fotografa venne in mente di scattare una foto di gruppo in cui fossimo tutti seduti: in quel momento iniziò per me un vero e proprio tormento

Mi misi a sedere sull’erba e, dopo un paio di secondi, mi ritrovai con lei seduta a cavalcioni su di me: il suo profumo e la sua pelle così vicino mi fecero girare le testa, le sue braccia intorno al mio collo... Abbassai lo sguardo per un istante e quello fu l’istante in cui persi la mia sanità mentale: dalla scollatura della sua canotta riuscivo a vedere il reggiseno di pizzo nero, che racchiudeva i suoi seni tondi e sodi come due frutti proibiti. Deglutii maledicendomi per aver abbassato gli occhi e nello stesso istante sentii il mio membro irrigidirsi eccitato, non chiedevo altro che poter anche solo sfiorare quello che per troppo tempo avevo solo immaginato

La sentii muoversi su di me come una gatta e farsi ancora più vicina, stuzzicando ancora la mia fantasia e la mia eccitazione già abbastanza evidente.

-Ehi Jay, quello che sento è quello che penso? Ne devo dedurre che oggi sei davvero felice di vedermi?- chiese maliziosa, avvicinandosi al mio orecchio. Sorrisi un po’ imbarazzato di fronte al suo ennesimo tentativo di stuzzicarmi e strinsi la presa sui suoi fianchi, avvicinandola ancora di più a me, decidendo di stare al gioco: forse entrambi eravamo arrivati al limite dei giochi tra amici ed era giusto stuzzicarci così.

-Ti dispiace? Forse preferiresti stare in braccio a Kellan o a Peter?- le chiesi sfacciato, immaginando già la sua reazione stizzita.

Si allontanò un attimo da me e mi trafisse con uno sguardo: -Che diavolo stai dicendo? Se fosse successo con Peter o con Kellan si sarebbero beccati già uno schiaffo, e poi lo sai che con Kellan è roba vecchia ormai! Si può sapere che ti passa per la testa?- disse d’un fiato, con un tono decisamente arrabbiato. Adoravo vederla in quel modo, era ancora più bella, ma mi resi conto di avere esagerato un po’, così decisi di chiederle scusa: non volevo certo rovinare quel momento, forse finalmente sarei riuscito a capirci qualcosa di più.

-Ok, scusami, hai ragione. Ho esagerato. È che poco fa ti ho vista abbracciata con Peter e… sì insomma… mi ha dato un po’ fastidio...- ripresi cercando di riavvicinarla a me, e stringendola ancora tra le mie braccia.

La vidi abbassarsi e affondare il viso sulla mia spalla, la sentii sorridere. -Dai non essere arrabbiata, ti chiedo scusa!- le dissi, ma evidentemente non mi stava ascoltando, la strattonai leggermente attendendo ancora la sua risposta -Allora, mi perdoni?- le chiesi ancora.

-Ehm… sì, ti perdono!- rispose sussurrando appena, poi la spostai leggermente tornando a guardarla in viso.

-Ho capito, non sei convinta di perdonarmi, uhm… vediamo, che ne diresti se per farmi perdonare mi offrissi di riaccompagnarti a casa?- le chiesi, cercando di essere il più convincente possibile. Lei rimase un attimo in silenzio.

-Sì ok...- sussurrò appena.



Mi aveva detto di sì, aveva accettato che la riaccompagnassi a casa; forse, finalmente, alla fine di quella giornata avrei potuto avere le idee più chiare: avremmo parlato, le avrei detto che l’interesse che provavo per lei andava al di là di un’amicizia e finalmente avrei scoperto cosa in realtà lei sentisse per me. Poco dopo, come se fino a quel momento io mi fossi trovato su di un altro pianeta, sentii la voce di Peggy ringraziarci tutti e dichiarare conclusa la giornata di lavoro. Scattò immediatamente l’applauso, ed io vidi Ashley alzarsi di fretta: probabilmente anche lei, come me, aveva voglia di rimanere sola con me, non riuscii a darmi altre spiegazioni e non avevo voglia di pormi troppe domande, così decisi di godermi quel momento di felicità incosciente e, senza pensarci, dopo essermi rimesso in piedi, mi piegai e me la misi in spalla.

-Ehi che fai?- mi chiese, sorpresa quanto me da quel gesto. Scoppiai a ridere senza sapere cosa risponderle

-Mi faccio perdonare!- le dissi, cercando di apparire tranquillo e continuai a camminare, dirigendomi verso le roulotte; dopo un po’ notai la telecamera del back stage, così senza pensarci su feci quello che mi passò per la mente in quell’istante e mi voltai -Sto portando la mia mogliettina a casa dopo una lunga giornata di lavoro!- esclamai, salutando verso il cameraman.



Ashley iniziò a scalciare, -Fammi scendere!- cercava di protestare, ma io proseguii dritto per la mia strada e mi fermai soltanto quando fui di fronte la roulotte delle ragazze.

La feci scendere e mi allontanai, voltandomi: -Ci vediamo alla mia moto-, le dissi prima di girarmi ancora e proseguire verso l’altra roulotte. Quando arrivai dove ci cambiavamo noi ragazzi, trovai Kellan, Rob e Peter intenti a chiacchierare, ma, appena entrai, i tre si voltarono sorridendomi maliziosi; quelle espressioni mi fecero riprendere contatto con la realtà: io e Ash avevamo flirtato sotto gli occhi di tutti e adesso ne avremmo subito le conseguenze.


^_^ che ne dite vi piace??? fatemi sapere...baci
 
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Katy-Cullen
view post Posted on 26/11/2009, 13:33




vi posto il 4 capitolo ^^ son curiosa di sapere se vi piace...^^ sempre ammesso che qualcuno la legga uffO.o


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Capitolo 4 Jackson

Idiota.



Aspettavo da un momento all’altro il loro assalto, che non tardò ad arrivare, il tempo di sbottonare la camicia -Allora?- Kellan fu il primo a parlare, feci un respiro profondo e mi rassegnai a rispondere alle loro domande.

-Allora cosa?- risposi cercando di guadagnare un po’ di tempo.

-Andiamo Jay, non fare il furbo! Abbiamo visto tutti come tubavate tu e la piccola Ash!- questa volta fu Rob a parlare, portando poi la sigaretta tra le labbra e inspirando una boccata.

-Ok va bene, lo ammetto, è successo qualcosa oggi ma non chiedetemi cosa perché non ne ho la più pallida idea!- ammisi rassegnato di fronte al loro attacco.

-In che senso non sai cosa è successo?- riprese Rob, sgranando gli occhi di fronte alla mia ammissione.

-Nel senso che non lo so proprio- dissi sfilandomi la camicia e sbuffando, -Beh è successo tutto velocemente e spontaneamente, non so proprio come mi sono ritrovato a scherzare con lei, giocare con lei, e poi… non ho capito nemmeno come mi sono offerto di riaccompagnarla a casa- raccontai brevemente.

-Oh beh, quello che si vede è che la cosa non ti è proprio dispiaciuta però!- disse Peter alzandosi e accompagnando le parole con un gesto della mano verso il cavallo dei miei pantaloni, dove ancora si notava la mia erezione insoddisfatta. Sbuffai scuotendo la testa, frustrato da quella situazione, mentre loro sogghignavano tutti furbi.

Cercando di far cadere la conversazione mi voltai in cerca della mia camicia, ma il tentativo fu inutile -Quindi aspetta un attimo... hai detto che ti sei offerto di riaccompagnarla a casa?- chiese Kellan, io annuii sorprendendomi del suo tono un po’ irritato, -E io come ci torno a casa?- chiese poi, scoprendo finalmente il motivo di quell’irritazione.

-Kellan sono sicuro che Nikki sarà più che lieta di darti un passaggio- risposi sinceramente dandogli una pacca sulla spalla, di sicuro mi avrebbe perdonato almeno un po’ di fronte alla prospettiva di un viaggio in macchina con Nikki e Kris, e in quel momento ero quasi sicuro che la stessa sorte fosse toccata ad Ashley, neanche lei sarebbe riuscita a scampare l’interrogatorio.

Dopo aver tranquillizzato Kellan e aver subito qualche altra battutina da parte di Rob e Peter, finalmente ero pronto per lasciare quella roulotte, che sembrava più un ritrovo per vecchie comari. Con i due caschi in mano mi diressi alla mia Ducati e, un po’ impaziente, ma anche agitato, attesi di veder arrivare Ashley. L’attesa fu più lunga del previsto, ma non me ne meravigliai affatto; quando la vidi scendere dalla roulotte accompagnata dalle sue due amiche, vidi Nikki avvicinarsi all’orecchio di Ashley e sussurrarle qualcosa per poi stamparle un bacio sulla guancia, subito dopo lei e Kris cambiarono direzione, probabilmente per cercare Kellan, non potei fare a meno di sorridere di quella situazione. Lei nel frattempo continuava a camminare verso di me, -Ce l’hai fatta finalmente!- le dissi quando fu abbastanza vicina, offrendole poi uno dei due caschi.

-Scusa, ma Nikki e Kris mi hanno trattenuta- mi rispose mentre indossava il casco, i dubbi e i sospetti che avevo, furono finalmente chiariti: anche lei aveva dovuto subire l’attacco delle comari, non potei non sorridere.

-Già, posso immaginare il perché- dissi salendo in sella. La vidi sorridere timidamente, forse imbarazzata da quella situazione che ci aveva messi al centro dei pettegolezzi, accesi la moto e cominciai a spostarmi per uscire dal parcheggio.

-Salta su- le dissi quando fui finalmente pronto per partire, salì subito e la sentii aggrapparsi ai miei fianchi. Sentirla così vicina ancora una volta mi fece stare bene, soprattutto in quel momento visto che il rapporto tra di noi stava cambiando... non avevo la più pallida idea di cosa sarebbe diventato, ma era chiaro che tra noi non ci fosse una semplice amicizia. Continuando a riflettere misi in moto e iniziai a camminare, quando passammo di fronte alla macchina di Nikki, feci un colpo di clacson a mo’ di saluto, al quale lei rispose immediatamente e poi finalmente uscimmo dal set per prendere la strada di casa.

Proseguendo verso L.A. aumentai la velocità, viaggiare con lei stretta sulle mie spalle era qualcosa di indescrivibile, ogni volta che frenavo un po’ sentivo il suo seno sbattere sulla mia schiena e questo non faceva che aumentare la mia eccitazione. Cercavo di concentrarmi sulla guida e ogni tanto mi muovevo per evitare che i muscoli si addormentassero, ero abituato a percorrere lunghe distanze in moto, ma una cosa era viaggiare da solo e un’altra era sentire l’oggetto dei tuoi desideri dietro di te. Cominciai anche a chiedermi come fosse possibile, eravamo amici da tanto tempo, durante le riprese di Twilight avevo iniziato a guardarla con occhi diversi, a conoscerla sempre di più e stare con lei mi piaceva troppo, ma sapevo che lei stava con Chace, ecco il motivo per cui non mi ero mai fatto avanti... ma durante quel pomeriggio non ci avevo nemmeno pensato al suo ex, ammesso che fosse davvero un ex, e che non fossero ancora in quella fase chiamata “pausa di riflessione”, sapevo che alla fine di quel tragitto in moto qualcosa sarebbe accaduto, finalmente lontani da occhi indiscreti avremmo potuto parlare e le avrei chiesto anche di lui. Impaziente di arrivare a quel momento aumentai la velocità.

Quando mi fermai sul vialetto di casa sua e appoggiai il piede per terra, sapevo già perfettamente quello che le avrei voluto dire, non avevo fatto altro che pensarci durante il viaggio in moto, in quel modo avevo anche tentato di distrarmi dal desiderio di lei. Attesi un paio di secondi ma Ashley sembrava quasi non volesse scendere, mi voltai a guardarla e la vidi mollare la presa sui miei fianchi, mi dispiaceva quasi che si staccasse da me, l’osservai allungare un po’ i muscoli e poi lentamente scendere dalla moto. Mi accorsi immediatamente che qualcosa non andava, quando scesi anche io dalla moto, la vidi stare in bilico sulla gamba destra, evidentemente doveva avere un crampo alla sinistra, mi liberai immediatamente del casco e poi andai in suo aiuto, -Lascia, faccio io- le dissi avvicinandomi e aiutandola con la cinghietta, la sentii rabbrividire e questo non fece che aumentare la voglia di lei.

Decisi di non lasciarmi sfuggire l’occasione, volevo parlare con lei, ma non potevamo farlo certo lì e tanto meno potevo farla rimanere in bilico su una gamba sola mentre parlavamo, così abbassai lo sguardo osservando la sua gamba sinistra e sorrisi, -Hai intenzione di arrivare alla porta saltellando o vuoi che ti dia una mano?- le chiesi, facendola imbarazzare, probabilmente pensava che non mi fossi accorto di nulla. Rimase in silenzio, -Ok dai, non accetto un no come risposta. Adesso ti fai accompagnare in casa e sistemiamo anche questo crampo- ripresi senza e senza aspettare che mi rispondesse la presi in braccio.

-Jay che fai?- mi chiese stupita, avvolgendo le sue braccia intorno al mio collo.

-Che vuoi che faccia, ti porto in braccio! Anzi perché non mi aiuti iniziando a prendere le chiavi?- le risposi tranquillo, avanzando verso l’entrata.

Quando fui di fronte la porta la feci scendere, -Non poggiare la gamba però- le dissi con tono minaccioso, non le avrei permesso di fare nemmeno un passo, così appena fece scattare la serratura la presi nuovamente tra le braccia.

-Oh dai Jay, non devi portarmi per forza in braccio…- provò a lamentarsi.

-Smettila di comportarti da bambina io non devo… io voglio aiutarti, così va meglio?- le risposi serio, così senza opporre più un briciolo di resistenza si lasciò portare in braccio e la feci sedere sul divano del salotto, tornai a chiudere la porta per poi tornare da lei sul divano, -Adesso vediamo che si può fare per questo crampo, ok?- le dissi poi sedendomi accanto a lei e arrotolandole i jeans. Mi trovai a massaggiare il suo polpaccio, sentire la sua pelle morbida sotto il mio tocco, accarezzare la sua gamba, mi fece perdere la testa, facendomi dimenticare tutti i bei discorsi che mi ero preparato sulla moto. Il silenzio calò imbarazzante, nessuno dei due osava parlare, io non ne avevo la forza, volevo godermi quel momento e continuare ad accarezzare la sua pelle all’infinito, nemmeno lei riusciva a parlare... forse, come me, non voleva rovinare quel momento.



Poi accadde tutto troppo velocemente, la vidi muoversi e sollevarsi un po’, -Jay...- la sentii chiamarmi con un soffio di voce e quando mi voltai a guardarla fu la fine... era così bella, le labbra morbide e schiuse sembravano chiamarmi a gran voce, i suoi occhi languidi nascondevano una scintilla di desiderio eco del mio, deglutii cercando di ricompormi.

-Ashley…- la chiamai anch’io sussurrando, ma non riuscii a trattenermi e l’attimo dopo mi ritrovai coinvolto nel bacio più bello di tutta la mia vita. Le sue labbra calde si modellarono perfettamente alle mie e quando le nostre lingue si incontrarono il desiderio crebbe ancora di più; senza pensarci la feci stendere sul divano e mi ritrovai su di lei, sentivo le sue mani addosso a me mentre l’accarezzavo e percepii un brivido percorrermi la schiena, il desiderio di lei mi fece perdere contatto con la realtà, quante volte avevo desiderato di assaggiare le sue labbra? Quante volte avevo immaginato di farlo? E adesso che il momento era arrivato, avrei voluto non finisse mai. Ma poi un tarlo si fece largo nella mia mente, cosa diavolo stavo combinando? Non mi ero mai comportato così! E soprattutto non mi ero mai messo in mezzo, non potevo lasciarmi coinvolgere così, non prima di aver saputo.



Così decisi di far leva su tutta la mia buona volontà, non volevo smettere di baciarla, ma dovevo, soprattutto per rispetto a me stesso, mi staccai dolcemente da lei, cercando di mantenermi in equilibrio sulle braccia, -Ash, forse è meglio che prima di fare qualsiasi altra cosa io ti chieda questa cosa, altrimenti impazzisco- le dissi serio, lasciandola senza parole, era evidente che non si aspettasse un comportamento del genere, mi guardava incredula preoccupandosi di capire, -Ashely ti prego, devo saperlo... tu e Chace non state più insieme, vero?- le chiesi tutto d’un fiato.

La vidi impallidire, forse Chace era l’ultimo dei suoi pensieri in quel momento, ma non per me. Dovevo sapere a cosa andavo incontro, volevo frequentarla, conoscerla e far crescere con lei quello che provavo, ma non avrei mai sopportato di farlo quando ancora nella sua vita aleggiava il fantasma di una storia irrisolta; la vidi chiudere gli occhi un istante e capii, mi misi a sedere aspettando ancora una sua risposta, -Ehm… siamo in pausa di riflessione- rispose.

Dovevo aspettarmelo, sapevo di quella pausa, ma credevo che si fossero finalmente lasciati, invece no... annuii mordendomi le labbra e dandomi mentalmente del cretino, non potevo mettermi in una situazione del genere! Adoravo Ashley e per lei provavo molto di più che amicizia ma non avrei mai deciso di mettermi tra di loro, mi voltai a guardarla, -Scusami Ash, forse è meglio che vada… non mi piace mettermi in mezzo. Forse quando sarai davvero libera potremo parlare di noi- le dissi sincero, augurandomi che quel momento arrivasse il prima possibile. Mentre parlavo mi alzai e mi diressi verso la porta, la aprii e uscii richiudendomela alle spalle.



Mentre camminavo verso la mia moto, mi sentii un idiota, l’avevo desiderata e baciata, il bacio più bello di tutta la mia vita, e poi facendo la parte del cavaliere senza macchia le avevo chiesto del suo fantomatico ex! Ero davvero un cretino patentato, avevo atteso quel momento per mesi e proprio quando arrivava, mi facevo venire le pippe mentali alla “Edward -vampiro vergine- Cullen”, sapevo già cosa mi avrebbe detto Kellan se solo lo avesse scoperto –Fratello, sei più idiota di un vampiro centenario- sorrisi a quel pensiero mentre salivo in sella alla moto. Prima di mettere in moto guardai per un istante la porta, speravo con tutte le mie forze che lei mi inseguisse là fuori e mi fermasse, ma era impossibile che succedesse: ero stato io a fermarmi, per quale motivo Ashley avrebbe dovuto fermarmi da una decisone che avevo preso io stesso? Così, cercando di scacciare quella fantasia, mi infilai il casco e accesi il motore.



Mentre percorrevo la via di casa, decisi di fare un giro più lungo: non volevo tornare in quel momento, volevo soltanto correre in moto e non pensare. Ovviamente fu impossibile, come facevo a non pensare quando nella mia mente si agitavano immagini e ricordi di quella giornata? Lei tra le mie braccia, il suo profumo e poi quel bacio... il solo pensare a quel bacio o alle sue labbra era capace di farmi eccitare, ed io mi ero fermato! Dopo aver fatto un giro vicino al mare decisi di tornare finalmente a casa, forse parlare con Ben mi avrebbe fatto bene, in fondo chi poteva aiutarmi se non il mio migliore amico.

Quando spensi la Ducati sul vialetto di casa era ormai sera, cercai di controllare l’orario sul cellulare, ma mi accorsi di averlo spento in tasca, probabilmente si doveva essere scaricato. Mi accorsi di una luce che proveniva dal garage ed ero sicuro che lo avrei trovato lì, così entrai e lo trovai piegato sotto la sua Honda Hornet con una chiave inglese in mano. -Ehi Ben che stai tentando di fare?- chiesi posando i caschi sul ripiano dove teneva aperta la cassetta degli attrezzi.

Lo vidi voltarsi a guardarmi -Jay, che cazzo di domande fai? Secondo te che posso fare così conciato e con una chiave inglese in mano? Sto tentando di sistemare la mia bambina, ma credo che continuerò domani- disse poi alzandosi e avvicinandosi a me che nel frattempo avevo acceso una sigaretta.



Mi tolse la sigaretta dalle labbra e iniziò a fumarla, mi osservava interrogativo -Ehi Jay, c’è per caso qualcosa di cui vorresti parlarmi?- chiese poi, continuando a fumare.

Ovviamente riusciva a capirmi con una sola occhiata, -Direi proprio di sì!- risposi mettendomi a sedere sul ripiano e riprendendomi la sigaretta.

-Che ne dici, vado a prendere due birre e ne parliamo?- chiese togliendomi ancora la sigaretta.

-Ok- risposi rassegnandomi all’idea di non poter fumare in pace.

Lo vidi attraversare la porta del garage che comunicava con la cucina e io in attesa del suo ritorno mi addossai con le spalle al muro iniziando a pensare a cosa raccontare a Ben, ero quasi sicuro di sapere che anche lui mi avrebbe dato dell’idiota, in effetti mi ci sentivo, così quasi senza accorgermene iniziai a dare dei piccoli colpi con la testa sulla parete.

Ero talmente occupato ad autoinsultarmi che non mi accorsi del suo ritorno -Ehi Jay, devi aver combinato una cazzata enorme se sei a questo punto- mi disse poi distraendomi dai miei pensieri ed offrendomi una birra.

-In effetti credo di averla fatta davvero grossa questa volta!- risposi sincero tracannando un sorso dalla bottiglia.

-Ok allora da dove inizi? Sono tutto orecchi- mi chiese Ben, sedendosi sul ripiano accanto a me.



Iniziai a raccontargli tutto quello che era successo durante quella lunga giornata, ovviamente lui sapeva già del mio “interesse” per Ashley. All’inizio lo vidi annuire e sorridere, poi quando passai a raccontargli del pomeriggio dei giochi con lei sul set e della mia erezione imbarazzante, scoppiò in una risata -Cavolo Jay, quella ragazza finalmente ha dato una svolta alla vostra amicizia- disse bevendo un sorso di birra. Dovetti dargli ragione e proseguii con il mio racconto arrivando poi al momento che mi tormentava... gli raccontai del bacio, delle sensazioni stupende che avevo provato durante quel bacio e poi dovetti anche raccontargli di come me ne ero andato, lasciandola lì sul divano... la sua risposta fu esattamente quella che mi aspettavo -Sei un cretino! Lo sai amico che sei un idiota, vero? Cioè fammi capire: tu hai interrotto il bacio perché non vuoi metterti tra lei e quello che è il suo ex? Cioè sei davvero un cretino, andate avanti con questa storia degli amici da mesi! Tu non fai altro che torturati perché lei ti piace da matti e poi mentre la baci ti fermi. Cavolo questa e proprio una cazzata!- mentre lo ascoltavo annuii.

Aveva ragione -Lo so Ben, sono un idiota! Ma ci tengo a lei, mi piace davvero, e non posso sopportare l’idea di cominciare qualcosa, qualsiasi cosa sia, magari innamorarmi e quando meno me lo aspetto trovarmi quel damerino di Chace tra i piedi- risposi sincero cercando di non darmi ancora del cretino.

Lo vidi annuire -Bhe non posso darti torto, si vede lontano un miglio che lei è importante per te, non ti avevo mai visto dare testate per una ragazza... però scusa, adesso cos’hai intenzione di fare? Cioè dovresti parlarne con lei e non con me- mi disse poi scolandosi l’ultimo sorso di birra.

Ancora una volta dovetti dargli ragione -Forse dovrei andare da lei!- dissi saltando giù e rimettendomi in piedi.

-Frena amico sono le due di notte! Dove vuoi andare a quest’ora?- disse cercando di mettere un freno al mio entusiasmo, era troppo tardi per correre da lei adesso, cercavo ancora di capire cosa potevo fare in quel momento e fu ancora Ben a darmi un aiuto -Magari potresti mandarle un messaggio, le dici scusa e poi le chiedi se domani vuole vederti per parlare- mi suggerì.

Senza nemmeno perdere un secondo presi il cellulare dalla tasca e mi accorsi di averlo ancora spento -Grazie di tutto amico- dissi a Ben dandogli una pacca sulla spalla e correndo in camera mia per ricaricarlo.

Non esitai un istante, collegai il cellulare al caricabatterie e mentre aspettavo che la batteria si caricasse quel tanto che bastava per accenderlo, mi cambiai pensando a cosa scrivere nel messaggio. Sicuramente non mi sarei dovuto aspettare una risposta immediata, vista l’ora, ma volevo comunque scriverle qualcosa di sensato. Quando finalmente rimasi in boxer , accesi il cellulare e immediatamente cercai nel menù la voce “scrivi messaggi”. Pochi istanti dopo il telefono vibrò tra le mie mani, era appena arrivato un sms, pensando ancora a cosa scrivere decisi di controllare il nuovo messaggio e quando vidi il nome sul display, non potei non sorridere... il messaggio che avevo appena ricevuto era di Ashley, mi sentii ancora un cretino per aver perso tutto quel tempo in garage invece di mettere subito il telefono sotto carica, lessi il contenuto del suo sms e decisi di rispondere immediatamente senza pensare troppo a cosa scrivere.
 
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Sammylove
view post Posted on 6/12/2009, 16:02




Tesoro come mai non aggiorni più??? Io ti seguo su EPF sennò sarei in astinenza XD!!!
 
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Katy-Cullen
view post Posted on 16/12/2009, 21:07




eccomi qui ^^ finalmente...direte voi beh sinceramente pensavo che non piacesse visto che nessuno commentava cmq eccomi qui con un altro capitolo ^^

http://pics.livejournal.com/nami86/pic/005tzes1

Capitolo 5 Ashley

Sms



Cercavo ancora di capire cosa realmente fosse successo quando lo avevo visto alzarsi e andarsene, il mio cuore mi aveva detto di corrergli dietro di fermarlo, di non farlo andare via, ma la mia mente aveva continuato a ripetersi il nome di Chace, così senza nemmeno accorgermene ero rimasta seduta ad ascoltare la moto allontanarsi.

Rimasi seduta su quel divano per non so quanti minuti, quando il suono del mio cellulare mi riportò alla realtà, così meccanicamente presi il telefono dalla borsa e vidi il messaggio lampeggiare sul display. In quel momento una scintilla di speranza si accese nel mio cuore, forse era Jackson, ma la scintilla si spense all’istante quando lessi il messaggio:

Nikki: “Ehi tesoro, come va? Quando puoi chiama e ci racconti tutto io e Kris siamo impazienti di sapere com’è andata!”

Feci un sospiro e mi rassegnai a rispondere al messaggio:

“E andata malissimo!=( “

Premetti il tasto invio e mi lasciai andare sul divano, sapendo che da un momento all’altro avrei ricevuto la telefonata di Nikki, che ovviamente non tardò ad arrivare. Il telefono iniziò a squillare tra le mie mani dopo pochi secondi, -Pronto- risposi con un soffio di voce.

-Ehi pronto, tesoro, ma che cavolo è successo? Che è quella voce? Senti, non ti muovere, io e Kris arriviamo subito!- Nikki mi assalì di domande e dopo pochi secondi chiuse la telefonata senza darmi nemmeno il tempo di rispondere. Rimasi a guardare il telefono senza parole, in fin dei conti non ci avrebbero impiegato molto ad arrivare, casa sua era sul mio stesso viale; gettai il telefono sul tavolino di fronte al divano e mi accucciai in attesa delle mie amiche, sperando che Kris decidesse di portare una scorta enorme di gelato.

Passarono una decina di minuti e il campanello mi fece quasi saltare in aria, riuscii ad alzarmi e quando aprii la porta mi ritrovai davanti Nikki e Kris che teneva in mano la tanto sognata vaschetta di gelato, -Allora, cos’è successo?- chiese subito Nikki e senza darmi nemmeno il tempo di rispondere si fiondò in casa, seguita a ruota da Kris che mi fece una carezza sul braccio e si diresse direttamente verso la cucina. Mi richiusi la porta alle spalle e mi diressi verso il divano dove ad attendermi c’era già Nikki, mi misi seduta accanto a lei e mi lasciai andare con la testa sulla spalliera del divano, -Allora tesoro ti decidi, a parlare o devo chiamare Jackson e farmi raccontare da lui cos’è successo?- mi chiese.

Nel frattempo Kris, di ritorno dalla cucina, mi offrì un cucchiaio e si mise a sedere accanto a me aprendo la vaschetta di gelato al cioccolato e offrendomela. -Dai su, vedrai che dopo un po' di gelato tutto sembrerà un po’ meno grave- mi disse invitandomi a prenderne un po’ e così feci; dopo un paio di secondi sbuffai rumorosamente e iniziai a raccontare loro cosa era successo quel pomeriggio con Jackson.

Dovetti sopportare i loro sorrisi quando raccontai del bacio, descrivendolo com’era stato perfetto e sensuale, e vidi le loro espressioni trasformarsi in enormi punti interrogativi quando, subito dopo, raccontai loro di come Jackson si fosse staccato e mi avesse chiesto di Chace, e poi si fosse allontanato per andare via. Quando conclusi il mio racconto sospirai e presi una cucchiaiata di gelato, buttando ancora la testa all’indietro, -Beh in effetti sappiamo tutti quanto Jay sia corretto ed è normale che lui voglia sapere di averti tutta per lui, prima di impegnarsi in qualche modo-

A proseguire fu Kris.-In effetti, tu e Chace non state più insieme insieme, però questa pausa di riflessione sembra più una presa in giro che altro...-

Seguita a ruota da Nikki, alzai la testa per osservarle e annuii -Avete ragione solo che adesso, come faccio con Jay? Cioè, io avrei dovuto fermarlo e dirgli che avrei parlato con Chace, ma sono stata una stupida, non sono stata capace nemmeno di alzarmi da questo maledetto divano... io non voglio perderlo, qualsiasi cosa ci sia tra me e lui, non voglio che finisca prima ancora di iniziare!- dissi d’un fiato poggiando la testa sulle ginocchia, rassegnata a non sapere assolutamente cosa fare.

Mentre ancora mi disperavo -Bhe chiamalo!- irruppe improvvisamente Nikki, gustandosi un cucchiaio di gelato.

Mi voltai sgranando gli occhi, -Come sarebbe, chiamalo?- domandai incredula.

La vidi avvicinarsi al tavolino e prendere il mio cellulare, -Semplice, chiamalo e digli quello che hai detto a noi!- disse porgendomi il telefono. La guardai quasi spaventata da quell’oggetto, ma era la cosa giusta da fare, parlare con lui e sistemare le cose; deglutii e presi il cellulare, cercai nella rubrica il suo numero e quando lo trovai, prima di schiacciare il tasto per la chiamata, mi voltai a guardare Nikki e Kris, annuirono entrambe e mi decisi a schiacciare quel tasto, quando portai il telefono all’orecchio in attesa, sentii il gestore del numero dirmi che il numero non era momentaneamente raggiungibile, feci un sospiro e chiusi la telefonata.

-Non è raggiungibile- dissi scuotendo la testa dispiaciuta.

-Dai, vedrai che magari appena si sistema la linea ti richiama lui!- disse Nikki cercando di consolarmi.

-Beh potresti sempre mandargli un messaggio!- s’intromise Kris, provocando l’approvazione di Nikki che annuì di fronte a quella proposta.

-Un messaggio?- chiesi stranita.

-Certo! Pensaci potrebbe essere anche meno imbarazzante di una telefonata!- rispose Nikki.

-Ovviamente però, visto che il telefono è spento non ti aspettare che ti risponda subito!- fece eco Kris.

-Forse non è una brutta idea, ma adesso passatemi il gelato!- dissi togliendo a Kris la vaschetta. Restammo a chiacchierare su quel divano per un po’. Quando poi il gelato finì, Nikki e Kris decisero di tornare a casa, non dopo avermi chiesto almeno cento volte se non preferissi che rimanessero a farmi compagnia, le convinsi che non era necessario e le salutai.

Mentre salutavo Kris, mi diede un bacio sulla guancia -Manda quel messaggio Ash, e sta tranquilla- mi disse all’orecchio.

Dopo aver dato loro la buonanotte mi misi a sedere ancora sul divano, non volevo andare a dormire senza aver fatto qualcosa... l’idea del messaggio cominciava a non dispiacermi. In fondo, conoscendo Jackson, magari a quell’ora era ancora in giro con gli altri della band e non si era accorto del telefono staccato, o magari scarico... decisi allora di inviare un messaggio, ma presto fui assalita di dubbi su cosa scrivere. C’erano tante di quelle cose che volevo dirgli che sarebbe stato un poema, non un sms; così, indecisa su come cominciare, continuavo a fissare lo schermo del cellulare vuoto, dopo un paio di esitazioni e frasi cancellate decisi di scrivere quello che realmente sentivo e che desideravo:

Sono una stupida! Avrei dovuto fermarti e non farti andare via, parlerò con Chace il prima possibile, non voglio perderti, qualsiasi cosa sia quella che c’è tra noi.

Senza pensarci un minuto di più inviai il messaggio, ovviamente sapevo che non sarebbe arrivata nessuna risposta immediata, ma non potevo fare a meno di avere una piccola speranza. Dopo una decina di minuti trascorsi rigirandomi il telefono tra le mani decisi finalmente di andare a dormire, anche se sapevo benissimo che avrei stentato a prendere sonno, così senza pensarci ancora troppo mi alzai dal divano e andai verso la camera da letto a cambiarmi. Quando finalmente fui in pigiama mi misi a letto e abbandonandomi sui cuscini non potei non ripensare all’intera giornata appena trascorsa; ogni tanto buttavo l’occhio sul comodino verso il cellulare sperando di veder lampeggiare la bustina dei messaggi sul display, ma ovviamente non avvenne, così, senza nemmeno accorgermene, mi addormentai.

Il mattino seguente, anche se era domenica, la sveglia iniziò a suonare verso le 7.30. Fu davvero un trauma svegliarsi dopo una notte trascorsa a sognare le labbra di Jackson, così meccanicamente mi alzai dal letto e mi diressi in bagno per farmi una doccia, altrimenti non sarei riuscita a prepararmi nemmeno il caffè; tornando dal bagno, però senza’ avere troppe speranze, mi ributtai sul letto ancora in accappatoio per controllare il telefono, ero quasi sicura di non trovare nessun messaggio, conoscendo Jackson era anche possibile che non si fosse ancora accorto di avere il telefonino spento, ma fui costretta a ricredermi ben presto. Seduta sul letto con il telefono tra le mani, osservavo la bustina lampeggiare sul display e avevo quasi paura a premere il tasto per la lettura, paura di illudermi, magari era un messaggio del mio agente o di Nikki... però poteva anche essere suo, così feci un profondo respiro e lo aprii. Quando vidi il nome del mittente non potei non sorridere, Jackson aveva risposto al mio sms con tre semplici parole, che però furono capaci di farmi sentire immediatamente meglio:

Jackson: Non mi perderai…

D’istinto chiusi il telefono e con entrambe le mani lo strinsi sul cuore, non potevo ancora crederci, mi aveva risposto solo con tre parole ma erano le più belle che potesse scrivermi... in quel momento però fui assalita da un dubbio: come dovevo comportarmi? Lo dovevo chiamare? Mi avrebbe chiamata lui? Decisi di pensarci dopo essermi preparata il caffè, sicuramente a mente lucida sarei riuscita a ragionare meglio, così scesi in cucina portandomi il cellulare dietro e mi misi ad armeggiare con la macchinetta del caffè. Mentre aspettavo, sentii vibrare il cellulare sul tavolo, era appena arrivato un nuovo messaggio, senza farmi troppe domande aprii il telefono per leggere:

Jackson: Buongiorno! Spero di non averti svegliata



Sorrisi, non mi aspettavo certo che mi mandasse il buongiorno, comunque senza perdere un minuto di tempo risposi al messaggio:



Buongiorno a te! No tranquillo, ero già sveglia!=)



Come una ragazzina di fronte alla sua prima cotta ero impaziente di sentire la risposta che mi avrebbe mandato, ovviamente ero convinta che avrebbe risposto e in effetti non mi sbagliavo, dopo pochi secondi il telefono vibrò ancora:



Jackson: Allora non ti dispiace venirmi ad aprire ;)



Continuavo a guardare lo schermo del telefono, senza capire cosa realmente volesse dire. Mentre ancora cercavo una spiegazione, sentii il campanello di casa suonare e all’improvviso capii, corsi alla porta mi fermai un istante e mi diedi un'occhiata veloce allo specchio vicino l’ingresso, mi maledissi per essere ancora in accappatoio, ma ormai non potevo farci nulla -Chi è?- chiesi con voce tremante.

Se avevo capito bene il senso dell’sms sapevo già la risposta, ma quando lo sentii rispondere -Sono io, Jackson- non potei non esultare di gioia, così feci un respiro profondo e aprii la porta. Quando lo vidi il mio cuore prese a fare le capriole, era bello da togliere il fiato, con una mano appoggiata allo stipite della porta, i capelli che gli ricadevano sul viso con lo sguardo basso sul quale brillava il più sexy dei sorrisi... avrei voluto parlare, dire qualcosa, ma le parole mi morirono in gola per l’emozione. Deglutii cercando di riprendere contatto con la realtà ma fu lui a precedermi.

Alzò lo sguardo lentamente -Spero non ti dispiaccia, ma ho pensato di portarti la colazione- disse mostrando una busta. Scossi la testa sorridendo, ancora incapace di parlare, e mi spostai dalla porta per invitarlo ad entrare.



Dovevo ammettere che in quel momento mi stavo sentendo davvero in imbarazzo, e non solo perché ero vestita soltanto con il mio accappatoio, ma soprattutto perché avrei voluto dire qualcosa ma non sapevo da che parte cominciare. Così, come se nulla fosse, mi diressi verso la cucina, sentivo i suoi passi poco distanti e pregavo di trovare la forza e il coraggio di cominciare a parlare.

Quando arrivai di fronte la caffettiera presi un profondo respiro e mi voltai, era poco distante da me intento a togliersi il giubbotto di pelle. -Ti va una tazza di caffè?- chiesi, mentre già ne versavo una.

-Certo!- rispose tranquillo avvicinandosi. Quando lo vidi accanto a me, sentii il mio cuore cominciare a correre al galoppo; prese la tazza e mi sfiorò leggermente le dita, sentii un brivido percorrermi tutto il corpo e fermarsi tra le mie gambe, quel semplice tocco e quella vicinanza riuscivano a sconvolgermi. Lo sentii sospirare -Ash senti, io… vorrei chiederti scusa per ieri sera!- disse con la sua voce calda e sensuale.

Alzai lo sguardo e vidi la sua espressione dolce -No aspetta Jay, non devi chiedermi scusa. La colpa è mia, avrei dovuto fermarti in qualche modo e avremmo dovuto parlarne, invece sono rimasta immobile senza riuscire a muovermi- lo interruppi prima che riprendesse a scusarsi, ma prima che potessi riprendere a parlare mi zittì dandomi un bacio a fior di labbra. All’inizio fu dolce, solo uno sfiorarsi, ma poi lo sentii schiudere la bocca e istintivamente lo feci anch’io, quando le nostre lingue si incontrarono sentii qualcosa di metallico sulla sua, ne fui piacevolmente sorpresa, non mi ero mai accorta che avesse un piercing e non ricordavo di averlo sentito la sera precedente, ma non ci pensai un istante di più e non seppi resistere. Fu subito un fuoco, senza rendermene conto allungai le braccia e le avvolsi intorno al suo collo lasciandomi trasportare da quelle sensazioni, baciarlo era la cosa più naturale ma allo stesso tempo straordinaria che avessi mai fatto.



Quell’incontro tra le nostre bocche mi fece tremare le ginocchia, avevo paura di crollare a terra da un secondo all’altro; quando ci staccammo mi ritrovai imprigionata tra le sue braccia appoggiate sul ripiano della cucina, ci guardammo per un secondo e poi lo vidi sorridere -Scusami, è che… sei così sexy… forse è meglio se ti vesti e poi magari parliamo!- disse abbassando lo sguardo sul mio accappatoio.

Mi sentii imbarazzata da morire, ma allo stesso tempo lusingata, -Hai ragione, vado a cambiarmi, forse è meglio... però prima posso chiederti una cosa?- dissi cercando di rimanere seria, ma dovevo togliermi quella curiosità, anche per smorzare un po’ di tensione.

-Certo!- rispose lui un po’ preoccupato.

-Ecco, mi chiedevo... ma da quand’è che hai il piercing alla lingua? Scusa la sfacciataggine, ma ieri sera non mi pareva che ci fosse!- lo vidi scoppiare a ridere, forse si aspettava chissà cosa e di fronte a quella mia domanda inaspettata non riuscì a trattenersi.

-Beh ce l’ho da un bel po’... e hai ragione, ieri non c’era. Non lo metto mai quando lavoro, vedi stonerebbe un po’ un vampiro con il piercing- rispose continuando a sorridere, vederlo sorridere in quel modo mi tolse ancora il fiato, era sensuale da morire, scossi la testa sorridendo anche io e poi lo vidi spostarsi -Soddisfatta? O vuoi chiedermi altro?- mi chiese cercando di tornare serio.

-No va bene, vado a vestirmi così possiamo fare colazione!- risposi dirigendomi verso la porta della cucina. Appena prima di uscire gli rivolsi un’altra occhiata, mi piaceva troppo vederlo lì, avevo paura che fosse solo un sogno e che da un momento all’altro tutto svanisse. Ma sospirai e decisa a far durare quel sogno il più a lungo possibile andai in camera a cambiarmi.



Davanti alla cabina armadio rimasi immobile per un paio di minuti, non sapevo cosa indossare, poi decisi di optare per qualcosa di semplice, in fondo dopo la colazione con Jackson sarei dovuta andare a lavoro. In quel momento maledii di dover andare a fare la prova per i vestiti da indossare in un servizio fotografico, ma non potevo rimandare, avevo già rimandato troppe volte... comunque indossai velocemente un paio di jeans ed una camicetta rossa, infilai le ballerine rosse e scesi le scale di corsa, avevo ancora paura di trovarmi in un sogno, così quando lo ritrovai dentro la cucina intento a leggere il giornale, non potei non sorridere. Lui si voltò a guardarmi -Spero non ti dispiaccia se nel frattempo ho preso il giornale- mi chiese titubante vedendomi ancora davanti alla porta.

-No non mi dispiace affatto!- risposi avvicinandomi e mettendomi a sedere sullo sgabello vicino a lui. Mentre mi vestivo aveva sistemato i cornetti su di un piatto e quando gli fui accanto immediatamente me ne offrì uno, lo presi e lo addentai, mentre lui beveva un sorso di caffè; pensai che prima o poi uno dei due avrebbe dovuto iniziare a parlare e dato che ero io quella a dover concludere definitivamente la sua storia in pausa di riflessione decisi che era arrivato il momento di affrontare l’argomento.
 
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Katy-Cullen
view post Posted on 21/12/2009, 12:33




buondì Oggi è il compleanno del nostro Jay quindi gli faccio i miei più cari e sentiti Auguri e adesso vi lascio un capitolo...non so se mi seguite ancora qui, o se mi seguite su efp; ma oggi visto che è il compleanno del nostro amore ne posterò due ^^

SPOILER (click to view)
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Capitolo 6 Ashley

“Chiarimenti”



Era davvero arrivato il momento che uno dei due parlasse, volevo sapere cosa lui pensasse, così misi da parte la colazione e lo fissai per un paio di secondi, quando lui se ne accorse si voltò -Che c’è?- mi chiese immediatamente.

-Jay, io… beh, volevo dirti, sì insomma… dicevo davvero in quel messaggio, voglio parlare con Chace, voglio vivere questa cosa con te nel migliore dei modi, non voglio perderti, non so ancora come sarà tra di noi ma non voglio assolutamente perdere questa possibilità…- dissi d’un fiato, lo vidi sorridermi dolce e prendermi le mani

-Lo so, neanche io voglio perdermi l’occasione di vivere questa…“cosa” tra di noi!- mi persi un istante nei suoi occhi verdi, ero felicissima di sentirgli dire quelle parole.

-Quindi, mentre aspettiamo che io parli a Chace noi… continueremo a vederci?- non potei fare a meno di chiederglielo.

-Beh, se non è un problema per te, il più possibile!- rispose continuando a sorridere, -Adesso posso chiederti una cosa?- annuii curiosa -Allora dimmi, non voglio sembrarti affrettato ma, volevo sapere… sì insomma… quando parlerai con Chace?- chiese poi, lasciandomi interdetta.

Era il momento di decidere cosa fare e lo feci -Dunque, pensavo di parlare con lui quando tornerà il prossimo weekend. Vedi ora lui è a New York, per via di Gossip Girl e aveva deciso di tornare per un paio di giorni, così pensavo di dirglielo appena sarà possibile- dissi titubante, aspettandomi di vederlo cambiare umore e magari anche incazzarsi.

Il silenzio calò per un paio di secondi poi lo vidi annuire -Sì, è giusto. In fondo nemmeno io vorrei essere lasciato per telefono, e poi è solo una settimana, no?- disse tranquillo, rimasi senza parole di fronte a quel suo atteggiamento.

Non mi aspettavo assolutamente una reazione così controllata, rimasi a guardarlo affascinata da quel suo atteggiamento -Allora? Cosa facciamo oggi?- chiese poi riportandomi alla realtà e rendendomi felice con quella semplice richiesta, voleva passare la domenica con me. Non sapevo cosa rispondere, fosse stato per me avrei passato l’intera giornata chiusa in camera con lui a baciarlo e a fare chissà cosa, pensando a quel piercing, ma poi mi ricordai che dovevo andare a fare quella maledetta prova costumi, così feci una smorfia.

-Io veramente… uffa, io devo andare a fare una prova per un set fotografico!- ammisi dispiaciuta, ma lo vidi rimanere calmo.

-Non è un problema, anzi sei vuoi possiamo andare in moto.- propose sorridendo.

Non potevo credere alle mie orecchie mi aveva appena proposto di accompagnarmi, ma in mezzo a tutta quella felicità un dubbio mi assalì – Certo mi farebbe molto piacere, ma…- mi fermai lasciando la frase a metà e abbassando lo sguardo intimidita.

-Ma?- chiese lui immediatamente cogliendo la mia esitazione.

-Mi chiedevo… sai, lì ci sarà anche la giornalista che poi mi farà l’intervista. E se dovesse farmi domande sulla tua presenza? Cosa dovrei rispondere? Non mi va di mettere in piazza così la mia vita!- dissi cercando di interpretare la sua espressione, ma ancora una volta la sua calma e la sua risposta mi sorpresero.

-Non devi dire nulla, in fondo si tratta della nostra vita privata e che male c’è se un amico ti accompagna? Sappiamo entrambi che questa cosa tra di noi ci darà qualche problema, la produzione è stata chiara sui nostri possibili rapporti , ma cosa facciamo fuori dal set non è assolutamente affare loro, bisognerà stare attenti e giocare un po’ d’astuzia.- rimasi sbalordita.



-Che intendi per ‘giocare d’astuzia’?- chiesi incuriosita.

-Semplicemente non dovremo mai negare l’amicizia che ci lega e soprattutto l’interesse reciproco, in fondo più una cosa tenti di nasconderla più la gente ci crede e si intestardisce, mentre invece se una cosa è chiara e limpida, sotto i loro occhi, la gente non si concentra più di tanto, magari non ci potremo baciare in pubblico, ma di sicuro smetteranno di farci domande sul nostro vederci spesso !-

Rimasi a bocca aperta di fronte a quella sua logica inoppugnabile e sorrisi di fronte alla prospettiva di poter passare del tempo con lui, -Così non ci faranno domande sul nostro vederci spesso ! - dissi mantenendo il sorriso tra le labbra.

-Certo, magari ci saranno delle voci, ma noi non smentiremo e nemmeno confermeremo- riprese sicuro, quel suo modo di vedere la cosa mi piaceva, continuai a sorridere finché lui non mi riportò alla realtà -Adesso però sbrigati a finire la colazione così andiamo!- disse dandomi un bacio, non mi sarei più voluta staccare dalle sue labbra ma fui costretta a cedere.



Dopo aver finito il cornetto presi il giubbotto e insieme a lui andai a fare quella benedetta prova. Stare con lui mi piaceva troppo, quando arrivammo in studio fu dura allontanarsi da lui senza potergli dare un bacio, ma non potevamo lasciarci andare in pubblico, aveva ragione; ovviamente la giornalista quando mi vide arrivare con lui ci lanciò un’occhiata curiosa, di sicuro mi avrebbe fatto qualche domanda durante l’intervista ed io a quel punto, come aveva suggerito Jackson, non avrei negato il legame con lui, ma non lo avrei nemmeno confermato. Mentre provavo i vestiti, non potei non notare le occhiate eloquenti di Jay nei miei confronti, evidentemente gli piacevano proprio i vestiti, forse se avesse potuto sarebbe venuto a baciarmi, o magari mi avrebbe presa in braccio e chiusa dentro un camerino per fare chissà cosa, ma non potevamo assolutamente, così mi accontentai di immaginarlo. Finita la prova, andammo a pranzare in un ristorante carino vicino al mare e poi a fare una passeggiata; il tempo trascorso con lui volava, ogni parola, ogni carezza, ogni sguardo faceva crescere in me la voglia di avventarmi sulle sue labbra, ma sapevo che sarebbe stato un errore. Alla fine della giornata mi accompagnò a casa e senza che ci fosse bisogno di dire nulla entrò insieme a me.

Il secondo dopo aver chiuso la porta alle mie spalle, senza sapere come, mi ritrovai attaccata alle sue labbra e tra le sue braccia, non riuscivamo più a resistere, quel bacio fu qualcosa di indescrivibile; ogni istante della giornata passato fuori, in mezzo alla gente, non aveva fatto altro che accrescere il desiderio. Con movimenti febbrili e ansiosi ci liberammo entrambi dei giubbotti, barcollammo verso il divano e poi mi ritrovai sdraiata con lui addosso, le sue labbra, la sua lingua e le sue mani su di me ovunque, stringevo le dita sulla sua schiena affondando le unghie sulla sua camicia, cercavo di avvicinarlo ancora di più a me, mentre con l’altra mano cercavo di slacciare i bottoni della sua camicia, ma quel contatto, quella vicinanza continuavano a non bastarmi, la sua bocca scese calda sul mio collo, raggiungendo il lobo del mio orecchio per mordicchiarlo e stuzzicarlo, nello stesso istante sentii il desiderio crescere sempre di più, mentre il fuoco divampava e mi faceva perdere il controllo. Poi, d’improvviso, lo sentii piano scostarsi, si teneva in equilibrio sulle braccia guardandomi dritto negli occhi, deglutii cercando di riprendere il controllo di me stessa, ed evitando di perdermi nel suo sguardo magnetico.

-Ashley… forse è meglio se prima di… sì insomma… impazzisco dal desiderio di fare l’amore con te, ma credo sia giusto se prima parli con Chace- Disse d’un fiato lasciandomi senza parole. Dovevo aspettarmi qualcosa del genere, sapevo perfettamente quanto fosse vero il desiderio che aveva di far l’amore con me, riuscivo a sentire la sua erezione premere prepotentemente dai jeans, ma sapevo anche quanto il suo modo di essere fosse corretto; non riuscivo a parlare, così annuii semplicemente, lo vidi alzarsi e guardarmi, come dispiaciuto, mentre anche io mi alzavo e cercavo di ricompormi. Pensai che in fondo era la cosa giusta da fare, tenevo a questa cosa tra di noi e un minimo di attesa non sarebbe stato di certo un danno, quando poi finalmente avrei parlato con Chace, avremmo potuto stare realmente insieme, per adesso però avremmo continuato a frequentarci, almeno così speravo.

Così presa dal dubbio e dalla paura -Jay, non mi fraintendere, sono d’accordo con te nell’aspettare per farlo… ma nel frattempo continueremo a vederci, giusto?- chiesi torturandomi le mani.

Sentii le sue mani sul mio volto, mi prese il mento e mi costrinse a girarmi per incontrare il suo sguardo -Se non sbaglio ne abbiamo parlato questa mattina, ci vedremo il più spesso possibile… e il fatto che io non voglia correre con te, non ti deve far pensare che possa rinunciare a baciare le tue splendide labbra!- disse serio, concludendo il discorso con un bacio dolcissimo.

Dopo quel bacio, mi avvolse in un abbraccio ed io mi accoccolai sul suo petto, inspiravo il suo profumo e tentavo di calmare la mia eccitazione, non era facile resistere, ma sentire il suo cuore battere un ritmo forsennato come il mio, mi fece sentire un po’ meglio. Nel calore di quell’intimità trascorremmo la serata a guardare un film, non ricordo quale, ma ricordo i dolci baci e le carezze che ci furono durante tutto il tempo che rimanemmo abbracciati sul quel divano.

La settimana successiva fu tra le più belle di tutta la mia vita, ma anche la più dura, io e Jay trascorrevamo tutto il tempo libero insieme, alle volte ci vedevamo al lavoro, qualche sera uscivamo con Nikki, Kellan, Kris e Rob, che ovviamente sapevano tutto di quella nostra specie di relazione. Sopportare le loro battutine e i doppi sensi era quasi divertente, ma in pubblico non potevamo mai lasciarci andare, ogni abbraccio, ogni carezza, era quasi un’agonia; per fortuna, quando stavamo in casa, eravamo liberi di lasciarci andare alla nostra passione e ciò che desideravo più di tutto il quel periodo era baciare le sue meravigliose labbra. Certo, desideravo anche baciare ogni singola parte del suo corpo, e accarezzarla, ma per esaudire quel desiderio avevamo deciso di aspettare e questa ovviamente fu la parte più ardua da superare durante quella settimana.

Il venerdì sera, dopo essere stati in un pub con Kellan e Nikki, mi riaccompagnò a casa verso le due del mattino, e prima di andarsene ovviamente si fermò un po’ con me; adoravo quei momenti tutti nostri, non c’era nessun occhio indiscreto ad osservarci, nessun fotografo pronto a sbucare fuori da un momento all’altro, soltanto io, lui, e la nostra passione, i nostri corpi e i nostri respiri, le nostre mani che vagavano ansiose ed eccitate, sembravano conoscersi e appartenersi da sempre, quando stavo con lui in quel modo mi sentivo in un sogno, che purtroppo però si interrompeva sempre troppo presto. Come le sere precedenti, si staccò da me interrompendo le nostre effusioni, durante quella settimana avevo cominciato a capire e compatire anche Bella Swan, adesso che sapevo quanto poteva essere frustrante avere l’oggetto dei tuoi desideri al tuo fianco e vederlo andare via sul più bello, quel personaggio mi stava ancora più simpatico.

Fu proprio pensando a lei che quella sera ebbi un’idea: mentre Jay interrompeva le nostre coccole con la solita dolcezza, rallentando l’intensità dei baci, prima di arrivare al punto di non ritorno, -Resta…- gli chiesi sospirando dolcemente al suo orecchio.

Ormai mancava poco, l’indomani Chace sarebbe arrivato e, al più tardi, domenica gli avrei parlato, e poi finalmente sarebbe iniziata tra me e Jackson. Lo vidi irrigidirsi e deglutire, -Ash… è meglio che vada! Vorrei ma… sai come la penso- lo interruppi con un bacio.

-Resta a dormire qui.- ripresi dolcemente, non volevo fare nient’altro, cioè in realtà volevo, ma anche dormire semplicemente insieme sarebbe stata una cosa bellissima, un po’ alla Edward e Bella, ma sarebbe stato comunque fantastico addormentarsi accanto a lui, lo vidi rimanere sorpreso di fronte alla mia domanda -Jay ascoltami, domani Chace sarà qui e io gli parlerò, questa sera però non voglio starti lontana, voglio addormentarmi tra le tue braccia!- gli dissi guardandolo dritto negli occhi.

Lo sentii deglutire e dopo un paio di secondi di silenzio, mi abbracciò; poggiai la testa nell’incavo del suo collo e lo sentii sorridere -Non so ancora come riuscirò a resisterti ma credo che domattina mi piacerebbe una bella omelette per colazione!- mi disse poi baciandomi dolcemente i capelli.

Quella notte dormimmo insieme e fu la notte più dolce della mia vita, mi addormentai con la testa sul suo petto a farmi da cuscino, e le sue mani forti e calde ad accarezzarmi; ero convinta che l’indomani, dopo l’arrivo di Chace tutto sarebbe finito, e la prossima notte che avrei trascorso con Jackson, avremmo fatto l’amore dando sfogo ai sentimenti che iniziavano ad affiorare.

eccovi il secondo ^^ ancora auguri al mio amore ^^
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Capitolo 7 Jackson

Lontananza.



La settimana che seguì il servizio fotografico ; fu sicuramente indimenticabile: dopo la domenica trascorsa insieme e la decisione finale di aspettare e di fare l’amore soltanto dopo che Ashley avesse parlato con Chace, i giorni che seguirono furono indimenticabili per due ragioni, la prima, sicuramente la migliore, era trascorrere il mio tempo con Ashley. Stare con lei era qualcosa di unico: ogni volta che le stavo accanto o che sentivo il profumo, era come stare in pace con il resto del mondo; sentivo le farfalle nello stomaco tutte le volte che sapevo di doverla vedere e, se per certi versi mi sentivo un ragazzino alla sua prima cotta, per altri mi consideravo peggio di un ragazzino. Sì, perché il secondo motivo per cui quei giorni furono indimenticabili, era riuscire a resisterle … e così per la maggior parte del tempo in cui stavo con lei, ma anche quando non ero con lei, dovevo sopportare un’erezione perenne dentro i pantaloni, a cui i suoi baci e le sue carezze non facevano certo bene.

Per non parlare poi di quel venerdì sera, quando, dopo aver trascorso la serata in un pub con Nikki e Kellan, la riaccompagnai a casa e, proprio nel momento in cui, come le sere precedenti, stavo per tirare un freno, lei se ne uscì sussurrando sexy -Resta…- sentii il mio cuore fermarsi, per un momento pensai anche di rimanere con lei e fregarmene di Chace, ma non potevo, tenevo troppo a lei e a quello che c’era tra noi.

-Ash… è meglio che vada! Vorrei ma… sai come la penso- riuscii a balbettare, ma lei mi zittì immediatamente con un bacio.

-Resta a dormire qui.- mi disse ancora dolcemente e allo stesso tempo in modo dannatamente sensuale; non sapevo come comportarmi, cosa rispondere, avrei saputo resistere una notte intera al suo fianco senza fare nulla? Era già una tortura enorme ogni sera andare via con addosso il suo profumo e la voglia di lei che straripava nei jeans, ero ancora indeciso su cosa fare - Jay ascoltami, domani Chace sarà qui e io gli parlerò, questa sera però non voglio starti lontana, voglio addormentarmi tra le tue braccia!- mi disse guardandomi negli occhi, era ancora più sensuale. Ormai mancava poco, l’indomani Chace sarebbe arrivato e forse tutto si sarebbe finalmente sistemato; non potevo resisterle, deglutii e l’abbracciai, lei appoggiò dolcemente la testa sulla mia spalla e quella sensazione di benessere che provavo accanto a lei mi fece decidere, -Non so ancora come riuscirò a resisterti ma credo che domattina mi piacerebbe una bella omelette per colazione!- le dissi baciandole dolcemente i capelli.

Quella notte fu la più infernale della mia vita, lei si addormentò dolce e sexy sul mio petto, mentre io non riuscivo nemmeno a guardarla; sentire il calore del suo corpo accanto a me, percepire i suoi seni schiacciati sul mio torace e dover far finta di nulla, era la più atroce ma la più dolce delle torture. Per un istante ripensai a quel cretino di Edward Cullen, va beh che era un vampiro vergine, cosa totalmente assurda già di suo, ma non riuscivo proprio a capire come avesse potuto resistere tutte quelle notti nello stesso letto con Bella. Io ero lì, accanto alla creatura più meravigliosa e sexy che avessi mai visto, e non riuscivo nemmeno a guardarla, avevo paura che un solo sguardo mi avrebbe fatto impazzire e non avrei saputo resistere: sapevo cosa avrei fatto, l’avrei svegliata e avremmo fatto l’amore per tutta la notte, mandando al diavolo Chace e tutti i miei bei principi.

Quella notte accettai di dormire con lei per due motivi: primo perché con quegli occhi languidi e dolci con cui me lo chiedeva non sarei riuscito a rifiutarle nulla e secondo, ma non meno importante, ero davvero convinto che il giorno successivo, con l’arrivo del damerino, la tortura si sarebbe conclusa.

Ma ovviamente dovetti ricredermi… il mattino seguente, mentre facevamo colazione, il cellulare di Ashley iniziò a squillare, mentre bevevo il caffè e leggevo il giornale; la vidi guardare il telefono e sorridermi prima di rispondere, capii dalla sua espressione che dall’altro capo del telefono doveva esserci Chace, cercai di sembrare disinteressato ma non potei fare a meno di ascoltare quello che diceva:

-Pronto?- rispose Ashely tranquillamente, -Ehi, ciao Chace. Sì tutto bene, grazie.- poi rimase in silenzio ad ascoltare quello che il damerino le stava dicendo, alzai lo sguardo dal giornale per controllare la sua espressione e la vidi sgranare gli occhi -Oh certo capisco, no… no… tranquillo, ma non per telefono.- le sentii dire mentre i suoi occhi diventavano più tristi, iniziai a temere per il peggio -Sì certo… beh allora a presto, ciao!- concluse la telefonata con quella frase, l’unione delle parole Presto + Ciao mi fece sperare ancora per il meglio, ma quando la vidi avvicinarsi a me con lo sguardo triste e il broncio da bambina, tutte le speranze andarono in fumo.

Sperando di non sembrare troppo impaziente di sapere, -Allora? Quando arriva?- le chiesi dopo che si sedette al mio fianco.

La vidi sbuffare e poi rivolgermi un’occhiata triste -Non viene, dice che non si può allontanare dal set e ha rimandato il viaggio di una settimana- disse d’un fiato abbassando lo sguardo. Non sapevo cosa dirle, la notte precedente l’avevo passata a dormire, a fare finta in realtà visto che non ero riuscito a chiudere occhio, convinto che la tortura si sarebbe conclusa con l’arrivo del damerino e in quel momento lei mi diceva che avremmo dovuto passare un’altra settimana come quella?! Se per certi versi quella era stata la settimana migliore della mia vita, per altri era stata un’orrenda tortura, ma per Ashley avrei atteso, per ciò che sentivo crescere dentro giorno dopo giorno, avrei aspettato.

-Tesoro, che vuoi che sia una settimana quando poi potremo avere l’eternità a disposizione? Ricordati mogliettina, noi siamo vampiri- le dissi semplicemente ottenendo una sua risata, e anche se per un istante mi ero calato nei panni di Jasper, era la verità, un’altra settimana e poi lei sarebbe stata finalmente mia, -Però tesoro…- iniziai serio, -Se ci tieni alla mia sanità mentale, non chiedermi ancora di interpretare Edward per una notte- conclusi poi sbattendo le ciglia e unendo le mani in preghiera, un’altra settimana avrei anche potuto aspettarla, ma un’altra notte con lei che si rigirava sexy tra le lenzuola e sarei impazzito letteralmente.

Quella mattina, mentre scherzavo con lei sull’attesa di un’altra settimana, ero seriamente convinto di potercela fare, ma non fu così; ogni giorno andava peggio, anche se non avevo trascorso più nessuna notte nel suo letto, starle accanto e baciarla, sentirla vicina, sentire il suo profumo ma non potere andare oltre un certo limite mi stava facendo impazzire. Ogni sera mi maledicevo per i miei sani principi e il mio “Non mettermi in mezzo”, ed ogni sera contro ogni voglia interrompevo le nostre coccole e i nostri baci sul divano, trascinandomi via e tornando a casa frustrato con la mia erezione perenne e dolorante dentro i pantaloni. Ma ovviamente non era facile nemmeno per lei, tra una tortura e l’altra il mercoledì arrivai a toccare il fondo, addirittura riusciva ad eccitarmi anche il suono della sua voce durante una delle solite telefonate, e dire che non si era nemmeno sforzata, si stava semplicemente lamentando di quanto fossero stressanti le riprese del nuovo film, -Tesoro ti ho mai detto quanto è sexy la tua voce?- le chiesi improvvisamente, facendola ridacchiare dall’altro capo del telefono, ero proprio arrivato al limite e non ero intenzionato a pensarci da solo per l’ennesima volta. Durante quelle settimane ero improvvisamente regredito mentalmente all’età di tredici anni e il più delle volte mi ostinavo a farmela passare senza agire da solo, con il risultato di farmi diventare ancora più sensibile al suo fascino, evidentemente doveva essere arrivata al limite anche lei.

-Jay tesoro, non ce la faccio più nemmeno io! Sai, sono due giorni che ci penso e finalmente ho deciso! Domani vado a New York, vado a parlare con Chace e poi…- lasciò cadere la frase così, non c’era bisogno di continuare, entrambi sapevamo che al suo ritorno finalmente avremmo potuto considerarci una coppia a tutti gli effetti e avremmo fatto anche l’amore,. Con ancora il telefono attaccato all’orecchio, sorrisi di quella sua intraprendenza: visto che il damerino tardava ad arrivare andava lei.

-Vuoi che ti accompagni?- le chiesi immediatamente.

-Mi piacerebbe tanto averti vicino, ma credo sia giusto andare da sola!- rispose tranquilla, non potevo darle torto era giusto così.

-Ok! Sappi però che mi mancherai tantissimo- le dissi poi sincero.

-Anche tu mi mancherai tantissimo!- rispose poi lei. Quella sera, come tutte le sere precedenti, la passammo insieme, ma forse, con la consapevolezza che quando ci saremmo rivisti sarebbe stato diverso, finalmente fu un po’ più facile salutarla, anche se già mi mancava.

Il giorno dopo partì per New York e durante la sua lontananza io mi resi conto di quanto la sua presenza nella mia vita fosse già divenuta indispensabile: Ashley mi mancava, volevo stringerla tra le braccia, baciarla, sentire il suo profumo, ma durante quei pochi giorni mi dovetti accontentare di sentirla solo per telefono e quindi, come un ragazzino alle prese con una cotta a distanza, mi ritrovavo ad aspettare le sue telefonate e non desiderare altro che sentire la sua voce; mi scoprii anche geloso, quando il venerdì mi chiamò e mi disse che quella sera sarebbe andata a cena con Chace per parlare finalmente con lui. Quella sera fu infernale, ero nervoso, non riuscivo a concentrarmi su nulla così mi buttai sul letto e iniziai a suonare la chitarra, pensando un po’ in attesa della sua telefonata.

Mi ritrovai a ripercorrere quelle settimane trascorse con lei, i giorni e le serate, i baci e le carezze fatte sotto al tavolo di un pub, la mia mano stretta nella sua, gli sguardi pieni di desiderio e la passione smorzata sul divano e mi resi conto che quello che provavo per lei era più che un semplice interesse: adoravo stare con lei, andare a dormire con il suo profumo ancora addosso, sentire la sua pelle morbida e calda, e le sue labbra mi facevano letteralmente impazzire. Bastò solo il pensiero a farmi eccitare, e poi finalmente capii: quell’interesse era lentamente cresciuto, c’era affetto, c’era desiderio e c’era anche passione, mi chiesi se non fossi innamorato… Con quel pensiero in testa e il tarlo di lei a cena con Chace, misi da parte la chitarra e cercai una sigaretta.

Dopo averla trovata iniziai a fumare, non riuscendo a stare fermo camminai avanti e indietro per la mia stanza chiedendomi se quel po’ di tempo trascorso con lei fosse bastato per farmi innamorare già così, era possibile? Sì che era possibile, l’avevo conosciuta bene durante le riprese di Twilight e già lì avevo provato interesse, sempre di più, quei giorni trascorsi con lei erano stata la ciliegina sulla torta, ero perdutamente innamorato di lei. Appena arrivai a quella consapevolezza scoppiai a ridere di gusto, per un istante mi chiesi se stessi fumando una sigaretta o altro: ero felice di essere finalmente riuscito a capire che mi ero innamorato perdutamente e che non riuscivo più a stare senza di lei. Poi però un’altra consapevolezza mi piombò addosso, lei era a cena con Chace e avrebbe dovuto parlare con lui.

Dopo il momento di felicità fui invaso da mille dubbi… e se lui l’avesse convinta a non lasciarlo? Se l’avesse sedotta? Se le avesse detto che l’amava, cosa che io ancora non avevo fatto? Cercai di giustificarmi dicendomi che prima di allora non sapevo ancora di amarla, ma non mi sentii meglio finché non sentii suonare il cellulare. Sentii il cuore balzarmi direttamente in gola, lo afferrai immediatamente dal comodino -Pronto?- risposi ansioso.

-Ciao tesoro, che fai?- chiese lei dolcissima.

-Pensavo a te! Ma dove sei?- le chiese cercando di sembrare il più indifferente possibile.

-Beh prometti che non ridi se ti dico dove sono?- mi chiese Ashley, così promisi.

-Ok! Guarda che hai promesso, comunque sono nel bagno del ristorante, sono ancora fuori con Chace e mi mancavi da morire, volevo sentire la tua voce e così…- lasciò la frase inconclusa.

-E così sei andata a chiuderti in bagno per chiamarmi- continuai io sorridendo come un cretino e buttandomi sul letto.

-Guarda che lo sento stai ridendo! Avevi promesso!- ribatté lei, un po’ arrabbiata all’inizio, ma poi concluse la frase con il tono da cucciolotta.

-No tesoro, non rido… è che anche io pensavo a te e mi manchi tantissimo! Poi non so se dirtelo ma…- rimasi in silenzio un secondo.

-Ma?- chiese lei impaziente.

-Ma… beh, devo ammettere che adesso riesci a farmi eccitare anche solo parlando al telefono!- dissi d’un fiato e percepii un sorriso illuminarle il volto.

-Scemo! Io ti chiamo perché mi manchi e per farmi dare un po’ di coraggio e finisci per trasformare la telefonata in una chiamata erotica…- concluse la frase ridendo tranquilla.

-Lo so, scusami… ma non ci posso fare niente se hai una voce cosi sexy, è tua la colpa- le risposi continuando a scherzare.

-Anche la tua, di voce, non è niente male, però forse è meglio rimandare a più tardi questo tipo di conversazione… forse è meglio che torni in sala e concluda questa storia!- terminò seria.

Non potei che essere d’accordo con lei -Ok tesoro! Allora ci sentiamo dopo!- le dissi, mentre sulla punta della lingua e dentro il mio cuore fremevano due parole, ma non volevo dirgliele in quel momento.

-Un bacio, a dopo- rispose lei e mise fine a quella telefonata.

Rimasi sdraiato sul letto a fissare il soffitto con un sorriso da idiota stampato in volto, e per ingannare il tempo mentre aspettavo la sua prossima telefonata ricominciai a suonare la chitarra.


Per chi non sapesse chi è Chace eccolo ^^…

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Katy-Cullen
view post Posted on 6/1/2010, 16:19




buona sera ^^ e da tanto che non aggiorno ma è anche da tanto che non riesco ad avere tempo libero...adesso finalmente eccomi qui ^^

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Capitolo 8 Ashley

Andata e ritorno.



Chiusi la telefonata e mi guardai allo specchio della toilette, avevo un sorriso da ebete stampato sulle labbra, Jackson mi aveva appena detto che bastava solo la mia voce a farlo eccitare ed io ne ero più che felice. Improvvisamente mi chiesi cosa diavolo ci facessi ancora lì impalata, ero dentro il bagno di uno dei più bei ristoranti di New York e in sala c’era Chace ad aspettarmi; il secondo dopo aver pensato a Chace mi ricordai anche il motivo di quella telefonata, mi mancava da impazzire Jackson, ma soprattutto volevo sentirlo per avere un po’ di coraggio in più, mi mancava già troppo, un solo giorno lontani e sentirlo era l’unico modo, in quel momento, per averlo vicino e stare bene. Così feci un respiro profondo e uscii dal bagno per affrontare quella cena con Chace.

Cena che fu un vero e proprio disastro, Chace era convinto che fossi andata a New York perché mi mancava ed era anche convinto che la cosa importante di cui dicevo di volergli parlare da giorni, ovviamente, fosse rimettermi con lui; così, quando gli dissi che in realtà volevo lasciarlo e che frequentavo già un altro ragazzo, per lui fu un vero shock, cercai di rimanere il più possibile tranquilla, anche se ovviamente mi dispiaceva vederlo triste. Fui davvero sorpresa di quella sua reazione: era più di due mesi che ci trascinavamo con quella storia della pausa di riflessione e, durante quel periodo, ci sentivamo, ma nessuno dei due, tanto meno io, aveva mai pensato di poter tornare con l’altro. Quindi non potei proprio negare che mi spiazzò sapere quali fossero le sue speranze.

Alla fine della cena, quando uscimmo dal ristorante, mentre camminavamo per le vie di New York, mi stupì ancora, -Allora era questa la cosa importante! Beh e lui com’è?- mi chiese lasciandomi di stucco.

Lo avevo appena lasciato, ne era rimasto sorpreso, e adesso mentre mi riaccompagnava in albergo mi chiedeva di parlargli del nuovo ragazzo che frequentavo, -Beh, com’è… ha due braccia due gambe, una testa, un naso, una bocca…- Buttai lì la descrizione, alla quale avrei voluto aggiungere: bello, misterioso, sexy, con un sorriso da togliere il fiato e un piercing sulla lingua che solletica le mie fantasie. Ma non potevo certo dirgli quelle cose, lui scosse la testa sorridendo -Beh, sono davvero felice che abbia una testa sola, sai con due sarebbe stato un po’ impegnativo…- Ma cosa diavolo andava blaterando? -No, dico sul serio, che cos’ha che io non ho?- concluse fermandosi di colpo e portando le sue mani sulle mie braccia per costringermi a voltarmi.

Rimasi sbalordita, non mi aspettavo un simile comportamento; ero stata bene con lui, ci ero stata anche male quando le cose avevano cominciato a non andare, ma non pensavo che Chace potesse davvero arrivare a pensare che volessi tornare con lui, né tanto meno che arrivasse al punto di chiedermi cos’avesse lui di sbagliato… deglutii e abbassai lo sguardo imbarazzata -Chace, non si tratta di cos’ha o cosa non ha… io…- balbettai per un secondo -Io… non riesco più a fare a meno di lui, della sua presenza nella mia vita, stare lontana da lui è come stare lontana da un pezzo del mio cuore- dissi rendendomi conto solo dopo di ciò che gli avevo appena detto, portò la mano sotto al mio mento e mi costrinse ad alzare lo sguardo.

-Quindi, ne sei proprio innamorata?- mi chiese accennando un sorriso dolce e in quel momento compresi anch’io la verità: ero follemente innamorata di Jackson e mi sentivo come una ragazzina al suo primo amore, non riuscivo più a stare lontana da lui.

-Sì- risposi sorridendo dolcemente, lui ricambiò il sorriso.

-Sono felice per te e spero che lui meriti tutto il tuo amore. Ovviamente non posso negare che mi piacerebbe stare al suo posto… ma ti voglio troppo bene per non essere felice per te!- disse poi abbracciandomi e ricominciando a camminare verso il mio hotel.

Quando finalmente arrivai nella mia stanza, prima ancora di cambiarmi per andare a dormire, chiamai Jackson; era quasi l’una di notte ma sperai che non fosse andato ancora a dormire, volevo assolutamente sentirlo, -Ehi tesoro!- fui sorpresa di sentire la sua voce dopo solo due squilli, ma allo stesso tempo ne fui felicissima.

-Ciao…- risposi sussurrando e con il sorriso sulle labbra, nel frattempo decisi anche di iniziare a cambiarmi.

-Allora, come va? Tutto bene?- chiese poi, un po’ incerto.

Probabilmente cercava di apparire il più indifferente possibile, -Sì… sì va bene. Ho parlato con Chace… e beh, non è andata come mi immaginavo, ma è andata!- risposi sfilandomi le scarpe.

-E adesso come stai?- mi chiese ancora. Cercai di dare una risposta a me stessa, prima che a lui e scoprii di stare più che bene: ero al telefono con Jackson e avevo da poco compreso di essermi perdutamente innamorata di lui. Avrei anche potuto dirglielo, ma in ventuno anni di vita, se c’era una cosa che avevo imparato sugli uomini, era non esporsi mai troppo prima che lo facessero loro, così ricacciai dentro la mia mente la possibilità di dirgli che mi ero innamorata e decisi di stuzzicarlo un po’.

-Diciamo che potrei stare meglio, se tu fossi qui, ma purtroppo non ci sei- dissi cercando di usare un tono dolce ma anche sexy.

Lo sentii sorridere -Beh, sai che piacerebbe anche a me essere lì!- rispose calmo.

Decisa ancora a stuzzicare un po’ la sua fantasia continuai -Che stai facendo?- chiesi innocente.

-Niente, ero qui in camera a suonare un po’ la chitarra. E tu? Che cosa fai?- rispose lui.

Era proprio lì che volevo farlo arrivare -Mi sto spogliando… e poi penso che farò una doccia!- risposi maliziosa.

-Uhmm- lo sentii mugolare -Adesso sì che vorrei proprio essere lì!- disse poi facendomi sorridere.

A quel punto, decisi di azzardare ancora un po’ -Ah sì? Sentiamo, e se fossi qui cosa faresti?- chiesi mordendomi poi le labbra in attesa di una risposta, lo sentii sorridere ancora.

-Signorina Greene, mi sta per caso provocando?- chiese furbo.

-Signor Rathbone… non mi permetterei mai a distanza… a meno che a lei non faccia piacere essere provocato- conclusi sfoderando il tono di voce più sensuale e seducente che avessi mai avuto e sorprendendomi di fronte a quella mia provocazione. Rimase in silenzio per un paio di secondi, immaginai il sorriso sul suo volto e mi sentii lusingata.

-Tu vuoi farmi impazzire vero? Piccola ti prego, dimmi che domani sarai già di ritorno, ho una voglia matta di stringerti, di baciarti!- disse d’un fiato concludendo poi con un sospiro frustrato. Sentirlo così mi fece venir voglia di correre da lui, ma improvvisamente decisi di torturarlo un po’ e di organizzargli una piccola sorpresa.

-Vorrei tanto poter tornare domani, ma ho il biglietto per domenica. Lo sai che mi manchi tanto anche tu?- dissi questa volta in tono dolce.

-Questo vuol dire che fino a domenica saremo costretti a sentirci molto più spesso del solito! Sappi però che appena tornerai, sarai mia prigioniera!- concluse scherzando. Dopo un’altro paio di battute maliziose, fui costretta mio malgrado a dargli la buonanotte, avrei tanto voluto passare l’intera notte al telefono con Jay, ma l’indomani lui avrebbe lavorato e io ero impaziente di mettermi a escogitare la sorpresa che gli avrei preparato al mio arrivo. Certo, il mio arrivo improvviso lo avrebbe già sorpreso di suo, ma volevo anche rendere il momento speciale, così quando mi misi a letto iniziai a pensare alle varie possibilità, partendo dal presupposto che volevo trascorrere la serata con Jackson e volevo renderla sorprendente, romantica e indimenticabile. Continuando a cercare le alternative finii per addormentarmi.

Il mattino seguente, dopo aver fatto colazione e prenotato il biglietto aereo per il pomeriggio, chiamai Nikki, le chiesi di venirmi a prendere all’aeroporto e poi mi misi a chiacchierare con lei, chiedendole consiglio su cosa inventarmi, la sua risposta fu semplice ma allo stesso tempo geniale -Ashley tesoro, anche se Jay è un artista di talento e sa far tutto è comunque un ragazzo semplice, quindi la miglior sorpresa per lui sei tu, cos’altro potrebbe desiderare? Basterà impacchettarti per bene e lo renderai l’uomo più sorpreso e felice della terra- disse tranquillamente. Scoppiai a ridere di fronte a quella sua sicurezza, ma fu così che mi venne finalmente l’idea e per portarla a termine chiesi il suo aiuto: avrei chiesto a Jackson di andare da Nikki a prendere qualcosa di mio e io intanto sarei andata a casa sua e mi sarei fatta trovare lì come sorpresa.

Quella mattina, oltre a chiudere le valigie e prepararmi per la partenza, andai a fare un giro di shopping tra le vie di New York con l’obbiettivo di acquistare la migliore carta regalo che potesse contenermi.

Quando arrivai all’aeroporto di Los Angeles, trovai Nikki ad aspettarmi, andammo dritte a casa mia dove le mostrai il risultato del mio recente giro di shopping -Wow Ash, è favolosa! Sono sicura che anche Jay apprezzerà- disse ammirando la sottoveste che avevo acquistato da Victoria Secret’s. Dopo le innumerevoli battute, mi fiondai sotto la doccia e quando ne uscii feci scattare il piano, chiamai Jackson e gli dissi di andare a prendere a casa di Nikki i provini di alcune foto, dopo quella telefonata feci scattare la fase successiva, mandai Nikki dritta a casa sua e io mi vestii in fretta per dirigermi a casa di Jackson.

Arrivata a destinazione, però, ero convinta di dover affrontare la parte più difficile: riuscire ad avere campo libero e far sloggiare i suoi coinquilini. In realtà fu più facile di quanto credessi. Ad aprirmi la porta fu il suo amico Ben, -Ehi Ashley, che piacere vederti, ma non eri a New York?- mi accolse sorridendo, facendomi segno di accomodarmi.

-Beh, Jay crede di sì, ma in realtà eccomi qui…- dissi imbarazzata e la sua occhiata interrogativa mi convinse a sputare subito il rospo -Ben, ecco… sono qui per fare una sorpresa a Jackson, lui pensa che io sia a New York e invece…- dissi d’un fiato iniziando ad agitarmi, ma mi accorsi che i suoi occhi nel frattempo si erano puntati su piccolo pacchetto che avevo in mano.

-Scommetto che la sorpresa per lui è nel pacchetto di Victoria Secret’s- disse indicandolo. Rimasi senza parole, senza sapere cosa rispondere. Immediatamente lo vidi voltarsi -Ragazzi su, raccattate le vostre cose, si sloggia… stasera il Piccolo Jay batte chiodo e noi dobbiamo stare fuori dalle scatole- urlava dall’ingresso agli altri ragazzi, in quel momento avrei voluto sotterrarmi, arrossii imbarazzata ma in meno di cinque minuti li avevo visti uscire di casa senza batter ciglio. L’ultimo ad uscire fu Ben -Ok, allora divertitevi!- disse infilandosi il giubbotto e chiudendosi la porta alle spalle.

Rimasi immobile per alcuni secondi di fronte a quella porta chiusa, scossi la testa per riprendermi dall’imbarazzo. Non potevo credere che fosse successo realmente e invece era appena successo. Il suono del cellulare mi fece riprendere completamente, era un messaggio;

Nikki: Ho provato a trattenerlo ma non riesco a fare più di tanto, sta per andarsene sbrigati!!! E divertitevi =P.

Dopo aver letto quel messaggio, dovetti fare tutto in gran fretta. Lasciai per le scale e per il corridoio superiore una scia di petali di rose e mi infilai dritta nella sua camera a cambiarmi, ovviamente ero gia stata in quella casa altre volte, come amica però; da quando avevamo cominciato a frequentarci, il più delle volte stavamo a casa mia. Avrei anche potuto inventarmi una scusa per farlo andare lì e farmi trovare in casa, ma avrebbe potuto sospettare qualcosa, mentre la sua camera era del tutto insospettabile. Dope essermi cambiata, rimaneva solo un problema: dove farmi trovare e in che posizione? Sul letto? In piedi? Provai a sdraiarmi e a posizionarmi in vari modi ma mi sentivo ridicola tentando invece di sembrare sensuale, così finii per stare in piedi e passeggiare per la stanza.

All’improvviso sentii il rumore della Ducati, così decisi di passare all’ultima parte della sorpresa, presi il cellulare e quando fui abbastanza sicura che avesse posteggiato la moto in garage lo chiamai -Ehi bambolina!- rispose contento.

-Ciao tesoro, che stavi facendo?- dissi cercando di usare un tono sensuale e cercando ancora una posizione adatta in cui farmi trovare.

-Non faccio niente di che, sono appena arrivato a casa, ma tu che stai facendo? Lo sai che quando mi parli con quel tono mi fai impazzire vero? Hai deciso di stuzzicarmi un po’?- rispose malizioso.

-Stuzzicarti? No, è che mi manchi e vorrei tanto che fossi qui con me! Senti tesoro, perché non vai un po’ in camera tua così chiacchieriamo mentre ti rilassi e ti sdrai sul tuo letto?- dissi, sempre in maniera provocatoria, lo senti sorridere.

-Uhm… direi che oggi vuoi proprio provocarmi… comunque anche io vorrei essere lì… ehi, cos’è questa roba?- disse poi cambiando improvvisamente tono, evidentemente aveva trovato i petali per le scale.

-Di che cosa parli tesoro?- chiesi cercando di mantenermi seria.

-Oh niente di importante, devono essere stati quegli idioti dei miei coinquilini! Comunque, tornando a noi, che dicevi a proposito della mia camera? Se ti può interessare sono quasi davanti la porta- disse in tono sexy. Ed era proprio vero, avevo sentito i suoi passi avvicinarsi nel corridoio e mi ero seduta sul letto aspettando il suo ingresso nella stanza con il telefono vicino all’orecchio.

-Allora entra, cosa aspetti!- lo invitai e pochi istanti dopo sentii la maniglia della porta girarsi e la porta aprirsi.

ecco un'altra fotina per voi....
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Katy-Cullen
view post Posted on 1/2/2010, 21:26




Eccomi finalmente qui ^^ spero non mi abbiate abbandonata cmq posto perchè ho poco tempo baciiiii
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Capitolo 9 Jackson

Sorpresa.



Posteggiai la Ducati in garage dopo essere andato a prendere le foto a casa di Nikki e dopo un paio di secondi sentii il cellulare squillare in tasca, lo presi e subito risposi incamminandomi verso casa, -Ehi bambolina!- dissi contento di sentire finalmente Ashley, mi mancava così tanto, erano stati davvero duri quei giorni senza di lei. Dalla sera della cena con Chace, sera in cui tra l’altro mi ero reso conto di essermi innamorato, non facevo altro che pensare a lei e desiderare lei.

-Ciao tesoro, che stavi facendo?- disse lei dall’altro capo del telefono, con un tono dannatamente sexy.

-Non faccio niente di che, sono appena arrivato a casa, ma tu che stai facendo? Lo sai che quando mi parli con quel tono mi fai impazzire vero? Hai deciso di stuzzicarmi un po’?- le risposi sincero, non so se fosse lei a farlo di proposito, o forse ero io ad essere un po’ troppo sensibile alla sua voce, ma negli ultimi giorni ad ogni telefonata mi sembrava quasi di impazzire, anche quando mi chiedeva cosa stavo facendo, riuscivo ad eccitarmi semplicemente sentendola parlare.

-Stuzzicarti? No, è che mi manchi e vorrei tanto che fossi qui con me! Senti tesoro, perché non vai un po’ in camera tua così chiacchieriamo mentre ti rilassi e ti sdrai sul tuo letto?- mi disse poi, facendomi sorridere. Forse questa volta il tono di voce sexy non era stato frutto della mia immaginazione, nel frattempo ero già in salotto.

-Uhm… direi che oggi vuoi proprio provocarmi… comunque anche io vorrei essere lì… ehi, cos’è questa roba?- dissi quando, seguendo il suo invito a rilassarmi un po’ in camera, trovai dei petali di rosa sulle scale.

Mi chiesi che diavolo ci facessero lì, -Di che cosa parli tesoro?- mi chiese immediatamente Ashley. A quel punto non seppi cosa dirle, doveva essere davvero uno scherzo dei miei coinquilini perché oltre che sulle scale ne trovai altri anche nel corridoio e non potevo certo dirle che i miei amici avevano cominciato a dare fuori di testa e probabilmente avevano iniziato a fumare anche le rose, -Oh niente di importante, devono essere stati quegli idioti dei miei coinquilini! Comunque, tornando a noi, che dicevi a proposito della mia camera? Se ti può interessare sono quasi davanti la porta- le dissi cercando di usare un tono seducente, quando mi trovai proprio vicino alla porta della mia camera, punto in cui stranamente si interrompevano anche i petali di rosa.

-Allora entra, cosa aspetti!- mi invitò lei, e non riuscii a trattenere un sorriso, appoggiai la mano sulla maniglia e lentamente aprii la porta.

Rimasi letteralmente a bocca aperta quando vidi ciò che mi aspettava nella mia stanza: Ashley era lì, seduta sul mio letto con le gambe accavallate, bella da togliere il fiato coperta solo da una sottoveste viola. Aveva ancora il telefono in mano quando, vedendomi, lo chiuse -Sorpresa!- disse in tono scherzoso, mordendosi il labbro sensualmente, poi si alzò e lentamente venne verso di me, che rimanevo ancora immobile e affascinato da tanta bellezza.

-Sei bellissima- riuscii solamente a dire vedendola in piedi camminare sensuale verso di me. Sorrise e abbassò lo sguardo imbarazzata, era ancora più bella, non riuscivo quasi a credere a quello che stavo vivendo, mi sembrava di essere stato catapultato in un sogno, in una di quelle fantasie romantiche sensuali che sono capaci di farti sorridere, era lì ad un passo da me, bellissima e imbarazzata. Non potei resistere, sorrisi e mi avvicinai per abbracciarla, misi le mani sui suoi fianchi e la avvicinai ancora di più a me, finalmente mi resi conto di non stare sognando, con il cuore che faceva le capriole nel petto per l’emozione e il cavallo dei pantaloni che cominciava a stringere di fronte alla visione della sua bellezza, la strinsi forte e affondai il viso nei suoi capelli beandomi del suo profumo.

-È la più bella sorpresa che potessi farmi, mi sei mancata così tanto!- le sussurrai poi all’orecchio. Finalmente alzò il viso, sorridendo anche lei, e le nostre labbra si incontrarono dolci, le sue braccia si avvolsero intorno al mio collo, attirandomi ancora di più verso di lei, mentre le mie le circondavano i fianchi e la sollevavano dolcemente da terra; si staccò un istante da quel dolce bacio e i nostri sguardi si incontrarono, carichi di desiderio e di passione. Con un paio di passi raggiunsi i piedi del letto e lì la rimisi a terra, i nostri sguardi non si erano staccati un secondo, la mia mano era scivolata lenta sul suo fianco fino al bordo della sottoveste sulla coscia, facendola sorridere -Che cosa fa, signor Rathbone?- chiese maliziosa.

-Vede, signorina Greene, cercavo di scartare la mia sorpresa!- le risposi per le rime.

-Oh no! Non prima di aver tolto questa!- disse facendo segno di no con la testa e togliendomi la camicia dai jeans, con gesti dannatamente lenti e sexy iniziò a sbottonarla fino ad aprirla tutta. L’attesa fu una vera tortura, poi le sue mani calde e morbide si poggiarono sul mio addome, facendomi perdere il controllo, la strinsi a me e la baciai con tutta la passione trattenuta fino a quell’istante.

Le nostre lingue si incontrarono giocando insieme, le nostre mani vagarono febbrili ed impazienti sui nostri corpi, rendendomi decisamente eccitato; persi contatto con la realtà, nel tentativo di stringerla ancora di più a me, desideroso di approfondire sempre di più quel contatto e senza quasi rendercene conto cademmo sul letto. Mi ritrovai su di lei e scoppiammo a ridere entrambi, mi tenevo in equilibrio sulle braccia osservando il suo viso illuminato da uno splendido sorriso; vedendola in quel modo, con gli occhi languidi, le guance rosse e le labbra sensuali me ne innamorai ancora di più -Ashley… io…- fui sul punto di dirglielo, ma lei mi zittì posando due dita sulla mia bocca.

-Jackson io… ho paura che dopo tutto cambi, che in qualche modo io riesca a rovinare tutto, come faccio sempre. Il modo in cui mi fa male il cuore quando sento il profumo della tua pelle, non voglio che svanisca… ma non voglio rinunciare a te… mai- disse abbassando lo sguardo intimidita, era così dolce e insicura.

-Ashley, credo di non averlo mai detto a nessuno prima di te, o almeno nessuna mi ha fatto mai provare quello che sento per te… io non posso più fare a meno di te, sei parte della mia vita adesso, una parte molto importante e non permetterò che nulla cambi mai quello che sento o che si intrometta tra noi- le dissi mentre con una mano le accarezzavo la guancia e la costringevo ad alzare il viso per incontrare il mio sguardo. Dopo essermi perso un istante nei suoi occhi tornai a baciarla.

In pochi istanti la mia camicia volò ai piedi del letto, così come le mie scarpe e la sua sottoveste; le sue mani scesero sul mio stomaco, fermandosi ad armeggiare sulla mia cintura. Mentre impacciata tentava di sfibbiarmi i jeans, io mi beavo della sensazione di calore che la sua pelle morbida sotto le mie mani mi regalava; scesi piano a baciarle il collo, sentendo un gemito sfuggirle tra le labbra, e desiderai soltanto possederla e avere per me ogni suo respiro e ogni suo sospiro, volevo tutto di lei, allungai una mano sulla sua coscia e lentamente risalii il suo fianco, mentre con l’altra tentavo di disfarmi dei jeans. Ben presto mi ritrovai in boxer, con le sue mani strette sul mio fondoschiena, la vidi sorridere -Wow, la palestra ti fa proprio bene!- disse maliziosa iniziando a ridere, risi anch’io e tornai a baciarla. La passione ci travolse, il suo profumo, il suo calore e i suoi baci mi fecero impazzire, ero pronto a far l’amore con lei, e persi completamente contatto con la realtà quando sentii la sua mano posarsi intimidita sulla mia eccitazione; mentre la mia mano percorreva la sua gamba per insinuarsi tra le sue cosce, il suo respiro si fece affannato e la sentii inarcare la schiena quando mi insinuai sotto il suo intimo, trovandola calda e pronta ad accogliermi, -Jay- la sentii gemere con un filo di voce, mentre provavo a regalarle piacere e continuavo a baciarla sul collo.

Continuai a baciarla, scendendo lungo il collo, fino ai suoi seni e mi fermai a stuzzicarle un capezzolo giocando con la lingua e il piercing, la sentivo gemere e sospirare ancora, mentre continuava ad accarezzarmi e ad ogni brivido di piacere affondava le unghie sulla mia schiena, -Mi fai impazzire…- sussurrò poi con voce tremante e lentamente risalii lungo il suo collo continuando a baciarla per incontrare ancora le sue labbra. Mi fermai ad osservare il suo sguardo carico di eccitazione e di passione, la vidi mordersi il labbro in maniera talmente sensuale da togliere il fiato, -Jay… mi stai facendo impazzire- riuscì a dire ansimando. Sorridendo per il fuoco che mi mise in corpo quella frase, aumentando a dismisura il desiderio di lei, in quel momento ebbi un attimo di titubanza ma lentamente mi spostai un po’ verso il comodino e aprii il cassetto cercando un preservativo, era un po' imbarazzante come situazione, certo spoetizzava un po’ il tutto, ma sapevo che lei, durante la pausa con Chace, aveva smesso di prendere la pillola; così, intimidito come un ragazzino alla sua prima volta, presi il preservativo e mi voltai verso di lei, che mi sorrise dolcemente.

Passato il momento imbarazzante tornammo a baciarci, le sfilai il perizoma ed i suoi baci, le sue carezze, i suoi gemiti e le sue mani su di me fecero dimenticare l’imbarazzo precedente; i nostri corpi presero ancora fuoco, lentamente entrai in lei e la sentii tremare per quel contatto tanto desiderato, le sue unghie tornarono a graffiarmi la schiena e i suoi gemiti a farsi più alti. La sensazione di calore ed eccitazione che sentivo crescere, aumentò a dismisura con il ritmo delle mie spinte, la vedevo reclinare la testa e inarcare la schiena per il piacere e questo non faceva altro che accrescere ancora di più la mia passione; il fuoco tra noi era ormai incontrollabile, il calore mi travolse completamente quando la sentii gemere più forte, travolta dalla sensazione di piacere, poco dopo venni anch’io, rilassandomi poi nell’incavo del suo collo, sentendo il suo petto ancora ansante sotto di me. Dolcemente, mentre tentavo di riprendere fiato, iniziai darle tanti piccoli baci sotto l’orecchio, passando per il mento, arrivando a darle un bacio sulle labbra.

Dopo essermi spostato di lato, la portai con una mano a stringersi sul mio petto e restammo a coccolarci per un po’, scambiandoci carezze e dolci baci; quella notte facemmo ancora l’amore fino ad addormentarci abbracciati, sfiniti dalla nostra passione e con un sorriso sulle labbra.





Il mattino seguente, mi svegliai con lei al mio fianco, era cosi bella e sexy coperta solo dal lenzuolo, che quasi credevo ancora di sognare; avevamo passato tutta la notte ad amarci e adesso era li al mio fianco e dormiva con un sorriso beato stampato sul volto, mi voltai lentamente verso di lei continuando ad osservala, non volevo svegliarla, ma pur muovendomi con attenzione lo feci. Vidi il sorriso sul suo volto allargarsi di più e le sue palpebre aprirsi lentamente, mi guardò un istante -Scusa, non volevo svegliarti…- le dissi dispiaciuto, sarei rimasto ore intere a guardarla dormire. Lei non rispose, ma rimase a guardarmi con gli occhi che brillavano, eravamo uno di fronte all’altro, a pochi centimetri di distanza e ci perdevamo nei nostri sguardi senza dire una parola.

-Buongiorno!- disse lei con la voce dolce e ancora impastata dal sonno.

-Buongiorno a te. Dormito bene?- le chiesi continuando a fissarla.

-Benissimo- rispose, e poi lentamente si avvicinò e mi diede un bacio. La feci rotolare e mi ritrovai con il suo corpo interamente schiacciato su di me, per un istante pensai di ricominciare a far l’amore con lei subito, ma poi decisi di lasciami andare alla sensazione che mi dava tenerla semplicemente abbracciata; cominciai ad accarezzarle la schiena, mentre lei appoggiò la testa nell’incavo del mio collo e sospirò profondamente, era una sensazione fantastica, mi sentivo completo, come se tutto il resto del mondo non esistesse più, rimanemmo in quella posizione per un paio di minuti, o forse ore, ascoltando il suono dei nostri respiri e cancellando tutto il resto.

Improvvisamente sentii un piccolo brontolio provenire dal suo stomaco e sorrisi di come tutto fosse dannatamente perfetto e naturale, anche la fame dopo una notte passata a fare l’amore mi sembrò perfetta in quel momento -Ehi, qualcuno qui a fame!- dissi prendendola un po’ in giro.

Lei sollevò lo sguardo e mi incantò con i suoi occhi -Scusa, ma ieri sera non ho cenato e… beh adesso sto morendo di fame!-rispose dispiaciuta.

-Tesoro, che dici? Ti scusi perché hai fame? Ti confesso che anch’io sto morendo di fame! Che ne dici se scendo giù in cucina e ti preparo qualcosa da mangiare?- le proposi spostandole una ciocca di capelli dietro l’orecchio e dandole un bacio.

Lei chiuse gli occhi un istante e sorrise -E se invece andassimo insieme?- rispose, riaprendo gli occhi e continuando a sorridere.

-Dì la verità, cos’è? Troppa fame o non ti fidi della mia cucina?- le chiesi affilando lo sguardo.

-Uhm… direi entrambe!- rispose facendo finta di pensarci un secondo.

Immediatamente dopo la sua risposta, iniziai a farle il solletico, -Ti ho scoperto, signorina Greene, tu non ti fidi della mia cucina!- le dissi poi continuando a stuzzicarla con il solletico e facendola contorcere sul letto dalle risate.

-No… no ti prego!- continuava ad urlare. Mi ritrovai su di lei e mi fermai ad osservarla reggendomi sulle braccia, era bellissima, i capelli scompigliati sul cuscino, gli occhi illuminati dalla gioia, le labbra schiuse che sembravano invitarmi a gran voce, rimasi a guardarla per un istante che mi parve eterno e poi mi chinai a baciarla dolcemente.

Dopo qualche altro bacio, contro voglia mi staccai da lei -Allora, andiamo a fare colazione?- le chiesi cercando di nascondere il fatto che era stato il mio stomaco a brontolare stavolta, lei annuì semplicemente e ci alzammo dal letto entrambi. La vidi arrancare avvolta nel lenzuolo, in cerca dei vestiti, le passai la sottoveste e, stringendola tra le braccia, le feci notare che era troppo trasparente e provocante per una semplice colazione, così la convinsi ad indossarci sopra la mia camicia; in realtà la mia era solo gelosia, non volevo che i ragazzi la vedessero così sexy. La guidai in cucina tenendola per mano, ormai non riuscivo nemmeno a pensare di potermi staccare da lei per un secondo; quando arrivammo, mi fermai di colpo facendola scontrare con le mie spalle, lei mi abbracciò e alzò lo sguardo oltre la mia spalla, tentando di capire perché mi fossi fermato. Ad attenderci c’era tutta la band al completo: Ben J e J erano seduti intorno al tavolo, tenevano in mano il giornale e sorseggiavano caffé… non avevano mai fatto colazione seduti al tavolo, quei due! L’altro Ben, intanto, armeggiava davanti i fornelli cercando di sembrare impegnato, in realtà credo che tutti e tre stessero solo aspettando il momento in cui saremmo scesi.

-Buongiorno Jay! Dormito bene?- chiese Ben facendomi l’occhiolino. Entrai scuotendo piano la testa e portando Ashley con me, lei si staccò lentamente dalle mie spalle e tornai a tenerle la mano.

-Buongiorno Ben!- dissi con tono stizzito, andando a versare del caffé, mentre Ashley si appoggiava al ripiano della cucina.

Li conoscevo troppo bene e sapevo cosa dovevo aspettarmi, purtroppo, -Oh, buongiorno Ashley! Devo dedurre che la sorpresa ha dato i suoi frutti, visto che sei rimasta a dormire qui!- riprese Ben ammiccando verso di lei.

Stavo per voltarmi e metterlo a tacere, quando sentii il rumore di una sedia -Andiamo Ben, smettila per una volta e sii serio…- s’intromise pacato J, lasciandomi di stucco, ma poi continuò -Non si può certo dire che abbiano dormito, stanotte! Si sentivano certi rumorini provenire dalla stanza di Jay!-, deglutii rumorosamente e non riuscii a sopportare altro, vedevo Ashley sempre più imbarazzata, così mollai le tazze sul ripiano.

-Basta così, andiamo a fare colazione da un’altra parte, qui si respira aria di coglioni!- ringhiai prendendole la mano e trascinandola con me al piano superiore. Mi fermai per le scale e le chiesi scusa per la stupidità dei ragazzi, ma lei mi baciò dolcemente.

-Tranquillo, stavano solo scherzando! E poi avevano ragione, non si può certo dire che stanotte abbiamo dormito tanto!- disse maliziosa, strappandomi un sorriso. Mi diede un bacio e poi mi mollò lì, per le scale, scappando verso la mia stanza; scossi la testa sbalordito da quel suo modo di stuzzicarmi e, innamorato più che mai, mi lanciai al suo inseguimento


SPOILER (click to view)
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Link alla sottoveste...^^ spero vi piaccia http://www2.victoriassecret.com/commerce/o...ame=OSSLPUNTZZZ
 
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12 replies since 9/11/2009, 13:31   2180 views
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